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Due ragazzi di 17 enni ed uno di 16, due tunisini nati in Italia ed un senegalese. Studenti, due sono iscritti all'istituto Meucci di Carpi e un terzo all'istituto Vallauri. Appartenenti a famiglie residenti in Italia da anni, che i Carabinieri hanno definito bene integrate, anche sotto l'aspetto lavorativo, nel tessuto cittadino, avrebbero agito, per loro stessa ammissione, per noia e per divertimento. Sono loro, senza ombra di dubbio perchè le provo raccolte attraverso le telecamere installate sui bus rubati ed utilizzati per scorazzare per la città e dopo come ariete per sfondare l'accesso alla scuola Meucci, i responsabili degli atti vandalici e dei danni per mezzo milione di euro che si è verificata venerdì notte a Carpi.
A rendere i noti i particolari di una scorribanda criminale durata più di due ore e mezzo per le vie di Carpi, e che sembra non avere precedenti in Italia, sono stati gli stessi comandanti dei Carabinieri, di Carpi e di Modena che hanno condotto le indagini che hanno portato all'arresto dei tre minorenni.
I fatti
Intorno alle 2,30 del mattino, dopo avere bevuto una birra e fumato una sigaretta nell'unico Pub aperto a Carpi a quell'ora, in zona piscine, i tre sono saliti in sella alla bicicletta per farsi un giro, prima di fare rientro a casa. Giunti all'altezza del deposito bus di viale Peruzzi, hanno notato una serracinesca che immette nel deposito, leggermente alzata. Incuriositi si sono introdotti all'interno. I bus erano parcheggiati con le chiavi attaccate. Per loro una tentazione. Ognuno di loro si mette alla guida di un mezzo uscendo dall'area del deposito.
Nell'area antistante due giocato agli autoscontri rompendo irrimediabilmente due mezzi, che vengono quindi abbandonati. Allora salgono a bordo del terzo e in marcia verso il piazzale del centro commerciale Borgogiooso. Nel rientro verso viale Peruzzi, in una guida volutamente spericolata, abbattono cartelli stradali ed altre segnaletica pubblica. Non contenti decidono di continuare a 'divertirsi' rubando ed utilizzando un autobus a testa. Rientrano nel deposito e prendono altri due mezzi, continuando la pericolosa e spericolata scorribanda notturna per le vie della città. In tutto percorreranno circa 30 km attraversando semafori rossi, salendo su aiule, rompendo altri cartelli stradali e urtando con la carrozzeria contro ogni cosa a bordo strada. Sono circa le 5 della mattina quando la loro corsa arriva davanti all'istituto Meucci. I tre decidono di sfondare protezioni ed entrare. Con un mezzo sfondano la cancellata esterna, con un secondo il limite dell'accesso pedonale e con un terzo l'accesso principale alla scuola.
Dopo di ché salgono su un mezzo e di dirigono verso la frazione Cibeno, lanciano il mezzo a folle velocità in mezzo ad un campo e ritornano a casa.
La sequenza video che registra lo sfondamento dell'accesso principale
Le indagini e la cattura
I Carabinieri iniziano le indagini concentrandosi sulle immagini registrate dalle telecamere installate sui bus. A tradire i giovani, che per non farsi riconoscere si erano coperti il capo con berretti e cappucci, è stata la pronuncia del nome di uno di loro. Identificato, i militari si recano a casa sua. I genitori si mostrano esterrefatti dell'accaduto. Al loro figlio viene sequestrato il cellulare dove i Carabinieri trovano le immagini filmate durante la scorribanda. E' la prova delle prove, che trova riscontro nell'abbigliamento del ragazzo e, successivamente, nelle tracce di sudore e delle impronte che nel frattempo vengono raccolte sui bus. Dopo poco identificano i due complici. E' sabato quando i militari li raggiungono all'interno di un negozio di Carpi. Uno di loro si è disfatto della sim card. Alla vista delle divide non oppongono resistenza e di fronte all'evidenza dei fatti ammettono le proprie responsabilità. Ammettendo di avere agito per noia e per divertimento.
I danni e le accuse
I tre hanno provocato danni per mezzo milione di euro ed ora sono accusati di furto aggravato, di danneggiamento aggravato, di guida senza patente di interruzione di pubblico servizio. Ora sono trattenuti presso un centro di accoglienza per minori di Bologna in attesa della decisione del giudice.
Nella foto la conferenza stampa presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Modena