Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Importante operazione antidroga nel modenese questa notte. La Polizia e i carabinieri di Modena stanno eseguendo 19 misure cautelari in carcere nei confronti di soggetti indagati per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Le forze dell'ordine su ordine della Procura di Bologna, Direzione Distrettuale Antimafia (dottor Marco Forte e dottor Giuseppe Amara, con il coordinamento del Procuratore, dottor Giuseppe Amato), hanno infatti dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Bologna (dottor Letizio Magliaro) nei confronti di 20 persone – 19 in custodia cautelare in carcere ed una sottoposta a divieto di dimora nella Provincia di Modena – indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, prevalentemente del tipo cocaina. Nel medesimo contesto, sono state eseguite, inoltre, 45 perquisizioni domiciliari.
L’attività, originata dalle congiunte risultanze acquisite dalla Squadra Mobile della Questura di Modena e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Modena, ha consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza in relazione all’esistenza di un’associazione criminale, attiva quanto meno a partire dal 2018, dedita al traffico di sostanze stupefacenti.
Le investigazioni hanno consentito di ricostruire l’organigramma del sodalizio. Il primo livello con a capo tre fratelli, ritenuti promotori ed organizzatori dell’associazione, con compiti gestori e di reclutamento dei sodali, individuazione dei fornitori, individuazione dei luoghi di stoccaggio dello stupefacente. Il secondo livello composto da partecipi, di varie nazionalità, con funzioni di rilievo nell’attività di supporto materiale e logistico all’associazione (gestione dello stupefacente e rapporti con i fornitori ed acquirenti). Il terzo livello costituito da corrieri, magazzinieri e prestanomi che favorivano l’associazione e ne consentivano il funzionamento.
Il quarto livello, infine, riconducibile a gruppi criminali dediti prevalentemente allo spaccio al dettaglio.
L’organizzazione contava su una rilevante dotazione materiale costituita da: armi, pluralità di basi logistiche per la custodia di ingenti partite di sostanze stupefacenti, vetture (alcune delle quali modificate per le finalità di trasporto dello stupefacente) denaro, innumerevoli utenze e telefoni cellulari criptati.
L’indagine, infatti, ha evidenziato come i consueti mezzi di investigazione, compresi i tradizionali metodi di intercettazione, seppur fondamentali nel lavoro degli inquirenti, venivano elusi dagli indagati, che prediligevano l’uso di piattaforme di comunicazione criptata.
Proprio dalla complessa analisi di dette conversazioni, con preventiva associazione tra i pin utilizzati e nome degli utenti, si è potuto addivenire ad un archivio di messaggi testo, foto, audio e chat attachment di estrema importanza, consentendo sia di identificare compiutamente alcuni utilizzatori sia di ricostruire a ritroso le attività illecite del gruppo.
Nel corso delle attività d’indagine, anche condotte presso la Procura di Modena, sono tratte in arresto 42 persone e sequestrati 18 chili di cocaina, 5 chili di eroina, 300 chili di hashish, 92 chili di marijuana e 95 piantine della medesima sostanza, nonché 230 mila euro in contanti e 6 pistole con relativo munizionamento.
L’attività ha visto l’impiego di circa 200 unità tra Carabinieri e Agenti della Polizia di Stato, oltre al supporto delle unità cinofile.
In aumento del +42% la spesa per le micro e piccole imprese su energia elettrica e gas naturale nel primo trimestre 2022, rispetto allo scorso trimestre. A rivelarlo è il monitoraggio periodico dei costi dei servizi pubblici locali sostenuti dalle imprese operato da Unioncamere e Bmti con il supporto di Ref Ricerche. I forti rialzi, che alcuni profili tipo in regime di tutela dovranno sostenere (ad esempio negozio di ortofrutta, bar, parrucchiere), dipendono dall' incremento dei costi della componente vendita, complice l'aumento delle quotazioni della materia prima. L'incremento del costo a carico delle imprese si inserisce in un percorso di forte recupero iniziato alla fine della primavera dello scorso anno e che aveva già visto adeguamenti importanti, con variazioni a due cifre, anche nel terzo e quarto trimestre del 2021. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, la spesa per la fornitura di energia elettrica nei primi tre mesi del 2022 risulta cresciuta in media del +70% mentre le forniture di gas naturale sono aumentate del +105%. La spesa unitaria media si assesterà dunque sui 476 euro al MWh per l'energia elettrica e 1,36 euro al mc per il gas naturale nel primo trimestre 2022. Nello specifico, tra i differenti profili tipo di impresa analizzati, per quanto riguarda l'energia elettrica gli aumenti oscillano tra il +48% per l'ortofrutta e il +93% per il negozio di beni non alimentari rispetto al I trimestre 2021, mentre per la spesa di gas naturale gli aumenti vanno dal +101% per l'ortofrutta al +109% per il ristorante.