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Questa mattina nella parrocchia dei Santi Faustino e Giovita Martiri di Modena, sono stati riconsegnati dai carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Bologna al Vicario generale dell’Arcidiocesi e al parroco della Chiesa Parrocchiale ventotto beni liturgici rubati.
La cerimonia si è svolta alla presenza della Direttrice dell’Ufficio Diocesano per i beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola nonché delle autorità civili, religiose e militari della provincia di Modena.
L’indagine è stata sviluppata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna a seguito di delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, emessa nell’agosto 2022, per svolgere accertamenti tecnici finalizzati all’individuazione della proprietà nonché alla valutazione, sotto il profilo artistico-storico e patrimoniale, di svariati beni di natura ecclesiastica sequestrati, nel corso di un’altra attività d’indagine, dalla Polizia Locale di Modena.
I beni ecclesiastici, occultati in alcuni borsoni, erano stati ritrovati dagli Agenti della Polizia Locale unitamente ad altri oggetti (vassoi, piattini, posate), anch’essi di probabile provenienza furtiva, all’interno di un locale condominiale di Modena.
I ladri erano entrati in azione il 7 luglio 2022 rubando svariati beni ecclesiastici, tra cui: pissidi, calici del XVIII e XIX sec., turibolo del XVIII sec., navicella del XIX sec. e altri beni culturali, per un valore commerciale complessivo di circa 30.000 euro. Difatti, su alcuni oggetti liturgici venivano rinvenute delle punzonature e delle etichette riconducibili proprio alla chiesa parrocchiale. I carabinieri avevano anche acquisito le immagini del furto dal sistema di videosorveglianza installato all’interno del luogo di culto. Dall’analisi dei filmati si constatava che un soggetto raggiungeva la chiesa e, senza destare alcun sospetto, entrava all’interno di essa dirigendosi verso la sagrestia, per poi uscirne con la refurtiva con l’ausilio di un borsone di colore scuro. I militari hanno anche sequestrato sulla scena del crimine una bottiglia di plastica trasparente, risultata abbandonata dall’autore del reato nei pressi della cassaforte svaligiata.
L’attività investigativa, continuata con specifiche indagini tecnico-scientifiche condotte dal Ris di Parma, consentiva di esaminare l’oggetto abbandonato dall’autore del reato sul teatro dell’evento criminoso nonché il borsone utilizzato per trasportare i beni ecclesiastici trafugati. Gli accertamenti dattiloscopici e biomolecolari, hanno permesso di individuare e identificare l’autore del reato in un cittadino straniero, già conosciuto alle Forze dell’Ordine, il quale, introducendosi all’interno della sagrestia apriva la cassaforte aveva rubato i ventotto beni ecclesiastici.
Redazione Pressa
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