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Condannato a 21 anni di carcere per l'omicidio volontario della madre. È quanto stabilito dalla Corte d'assise di Modena nei confronti del 50enne Carlo Evangelisti, in carcere per la morte di Milena Calanchi, 71 anni, avvenuta tra il 15 e il 16 novembre del 2021 nell'abitazione dove vivevano, in via Manzini.
La pm Lucia De Santis aveva chiesto l'ergastolo per l'imputato, sottolineando come il delitto fosse avvenuto in un contesto di maltrattamenti tra le mura domestiche. Le forze dell'ordine erano intervenute più volte in via Manzini, allertate dai vicini a seguito delle continue liti tra madre e figlio. L'avvocato dell'imputato, Roberto Ghini aveva invece chiesto per il proprio assistito l'assoluzione dal reato di omicidio volontario sostenendo che i fatti fossero inquadrati in una ipotesi di omicidio colposo o, in estrema ipotesi, preterintenzionale.
In aula, Evangelisti, incalzato dalle domande del pm, aveva ammesso di aver discusso con l'anziana madre la sera del 15 novembre i e aveva sottolineato che, dopo aver ricevuto uno schiaffo dalla madre, le era caduto addosso, essendo ubriaco.
'Siamo di fronte a una decisione profondamente ingiusta - commenta l'avvocato Ghini annunciando il ricorso in Appello -. Parliamo di un omicidio che si è verificato con modalità forse mai descritte nella storia dei processi italiani. La signora Calanchi è morta infatti per impossibilità di espansione del mantice toracico, in assenza di lesioni circostanti al collo o al viso. Penso sia impensabile che un uomo completamente ubriaco, tanto da avere ancora un tasso alcolemico 0,8 quando al pomeriggio venne sentito dal pm, decida di uccidere la madre impendendole di respirare attraverso la compressione del torace.
Sappiamo delle frequenti liti tra i due poichè la donna non voleva ospitare il figlio, sappiamo dei problemi di salute di cui soffriva la madre e sappiamo dell'alcolismo di Evangelisti, ma mai sono state registrate violenze fisiche tra i due prima di quella sera. La tragedia si è certamente consumata in un contesto di degrado e sofferenza, la casa si presentava nel suo complesso in condizioni al limite della vivibilità, ma noi sosteniamo che quella sera la morte avvenne per la caduta del figlio ubriaco sul corpo della madre, come di fatto riferito la mattina all'amico che lanciò l'allarme alla polizia - chiude Ghini -. Sono convinto che in Appello verrà accertato come non si sia trattato di omicidio volontario'.
Per ora la Corte d'assise di Modena, in attesa della pubblicazione delle motivazioni, ha sentenziato in modo diverso, pur applicando la pena minima, 21 anni, in caso di omicidio volontario.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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