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Questa mattina i Carabinieri del Comando provinciale di Modena hanno eseguito a Cutro, nell'appartamento della suocera nella quale si trovava, un provvedimento di fermo emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bologna nei confronti del 39enne Carmine Sarcone, residente a Bibbiano di Reggio Emilia, ritenuto il nuovo reggente del gruppo Sarcone, al vertice della ‘Ndrangheta emiliana.
Dopo l'arresto nel 2015 dei fratelli Nicolino e Gianluigi nell'ambito dell'operazione ‘Aemilia‘, Carmine Sarcone era considerato elemento di spicco dell’associazione ‘ndranghetistica autonomamente attiva in Emilia e collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro.
Era ancora in stato di libertà perché fino ad ora le indagini pur confermando la sua attività nell'organizzazione già dagli '90 (ancora minorenne), non erano riuscite a sfociare in un provvedimento restrittivo nei suoi confronti. Al quale invece si è arrivati ora, grazie alle meticolose indagini condotte negli ultimi mesi.
Quello emesso nei confronti di Carmine Sarcone è il primo provvedimento di fermo indiziario di delitto emesso per reato di associazione di stampo mafioso. Ovvero senza avere la preventiva convalida del GIP. Un fatto che dal comando provinciale dei Carabinieri di Modena il colonnello Domenico Cristaldi ha definito di grande rilevanza.
Ad incastrare Carmine Sarcone gli inquirenti sono arrivati attraverso le dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia, tra cui Antonio Valerio, Giuseppe Giglio e Salvatore Muto, unite alle indagini già in corso. Attività che hanno fatto emergere il ruolo sempre più importante assunto dall'uomo all'interno dell'organizzazione criminale, rafforzato dalla condizione di libertà nel quale si muoveva e che gli permetteva di gestire e controllare una rete di contatti da e verso l'esterno e l'interno del carcere nel quale ormai si trovano non solo i fratelli ma numerosi esponenti della cosca.
Dopo l'arresto nel 2015 del fratello Nicolino e Gianluigi nell'ambito dell'operazione ‘Aemilia‘, il 39 enne Carmine Sarcone aveva infatti via via aumentato il suo potere, diventando elemento di spicco dell’associazione. Referente nella pianificazione delle attività della cosca, dalla partecipazione alle riunioni tra gli esponenti della consorteria, in occasione delle quali venivano pianificate le condotte criminose dell'organizzazione fino alle decisioni fondamentali per il mantenimento e il suo rafforzamento. Carmine rappresentava i fratelli detenuti Nicolino e Gianluigi svolgendo, insieme a compiti di direzione, anche la conciliazione dei contrasti interni alla struttura.
Per gli investigatori, Carmine Sarcone teneva rapporti e gestiva i continui scambi di informazione tra esponenti della cosca detenuti ed esponenti in libertà, tramite la propria partecipazione ai colloqui in carcere con i fratelli.
L’attività investigativa ha inoltre consentito di raccogliere ulteriori indizi rispetto alla condotta di Carmine Sarcone nel corso del processo Aemilia, tesa all’indottrinamento e alla minaccia nei confronti di alcuni testimoni'. A lui erano collegate molte presenze registrate nel corso delle udienze del processo. Che riportavano informazioni sia dall'interno che dall'esterno dell'aula.
Gli sviluppi e gli aggiornamenti
I militari dei Comandi Provinciali dei Carabinieri di Modena, Piacenza e Crotone stanno ancora eseguendo decine di perquisizioni domiciliari in diverse province d'Italia alla ricerca di armi nella disponibilità della cosca. In una operazione condotta questa mattina è stata sequestrata una pistola a tamburo illegalmente detenuta da una persona sulla quale sono in corso indagini. Sequestrati anche 5400 euro in contanti nonché diversa documentazione, anche informatica utile alle indagini