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Samir Rida, uno del gruppo di tre giovani ragazzi originari del Marocco ma residenti a Finale Emilia accusati di avere ucciso nel settembre dello scorso anno Mirella Ansaloni, 79 anni, trovata morta nella sua abitazione di Finale Emilia, in via Orazio Vecchi, è stato scarcerato. Le analisi dei rilievi effettuate dai Ris di Parma hanno rilevato che non era sul luogo del delitto. Rimangono in carcere gli altri due ragazzi, di 19 e 22 anni, anch'essi originari del Marocco ma facenti parte di famiglie di operai da tempo residenti a Finale Emilia. Sono accusati di omicidio aggravato dalla minorata difesa e dalla rapina e per loto è stata fissata l'udienza il prossimo ottobre.
Sarebbero loro, secondo l'accusa ad avere ucciso la donna a colpa di bottigliate per poi rubarle 30 euro in contanti e un collier, poi rivenduto ad un compro oro di Milano, per 500 euro.
I carabinieri di Modena, su indagini coordinate dal pubblico ministero modenese Claudia Ferretti, avevano fermato i tre giovani alcuni giorni dopo l'omicidio.
Dagli accertamenti dei Ris di Parma svolti direttamente all’interno dell’abitazione, è emerso che solo due avevano lasciato tracce che ne testimoniava la presenza sul luogo del delitto. Nessun segno che riconducesse direttamente a Samir. Il ragazzo che avrebbe ricevuto la catena rubata per portarla a Milano e rivenderla. In pratica, secondo gli inquirenti Samir non avrebbe partecipato al delitto, facendo decadere i presupposti della custodia in carcere. Dove rimangono invece gli altri due amici. Uno di loro, che viveva fino a poco tempo prima con la famiglia in una casa vicina a quella della vittima sarebbe stato l'ideatore del piano per derubare la 79enne. Aveva dato appuntamento agli altri due, amici da una vita, nell’abitazione ormai vuota, ma di cui aveva ancora le chiavi.
Da li avrebbero atteso il ritorno a casa della donna, uscita per fare la spesa. Al momento in cui Mirella Ansaloni rientrò nell'appartamento venne avvicinata, davanti alla porta dei giovani, che le chiesero un bicchiere d’acqua. Un pretesto per entrare velocamente in casa e mettere a segno l'aggressione. La pensionata, che forse aveva reagito di fronte alla richiesta di denaro e ora, è stata colpita a colpi di bottigliate in testa. Una volta uccisa i giovani avrebbero rovistato la casa in cerca di merce da rubare, trovando 30 euro in contanti e la catenina, che il giorno dopo venne rivenduta ad un compro oro di Milano per 500 euro.
Redazione Pressa
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