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Nel corso del processo per l'omicidio di Alice Neri, la 32enne uccisa nel novembre 2022 e il cui corpo è stato trovato carbonizzato nel baule della sua auto, e che vede alla sbarra come unico imputato Mohamed Gaalaoul, il dibattito tra accusa e difesa si è concentrato su un elemento chiave: i pantaloni di colore scuro con tasche laterali indossati dall’imputato la sera del delitto e quelli indossati dallo stesso nelle immagini riprese da alcune telecamere, a Concordia, la mattina successiva. Nelle quali si vede Gaaloul che cammina. Oggetto di un'attenta perizia fotografica, i pantaloni sono stati analizzati attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza e il confronto con quelli rinvenuti nell'abitazione di Gaalaoul, forniti come prova dalla difesa.
Sui risultati del confronto, esposti dal perito chiamato a deporre in aula, le tesi dei legali della famiglia di madre e fratello della vittima, e difesa sono diametralmente opposte.
“Il modello dei pantaloni è compatibile, ha detto il perito, ma le macchie che si vedono nei fotogrammi non corrispondono, perciò non si può dire con certezza che sia lo stesso indumento”.
Un risultato sul quale le parti esprimono posizioni di segno opposto. Durante la visione delle immagini e del confronto tra i pantaloni analizzati direttamente dal perito e quelli che stando alle telecamere di videosorveglianza indossava l'imputato la mattina seguente, l'imputato stesso è intervenuto spontaneamente, ribadendo, come fatto nel giugno 2024 attraverso il suo avvocato che i pantaloni in questione erano gli effettivamente gli stessi, precisando di possedere un unico paio di pantaloni da lavoro di quel tipo, forniti dalla ditta per cui lavorava.
La difesa, infatti, insiste nel sostenere che i pantaloni trovati nell’abitazione dell’imputato siano gli stessi indossati la sera dell'omicidio e che le immagini video, così come avrebbe indicato la perizia, non siano sufficientemente chiare per poter affermare con certezza il contrario. Ma il fatto che siano gli stessi escluderebbero l'imputato.
Al contrario, l'accusa sottolinea che ci sono evidenti differenze tra i pantaloni ripresi dalle telecamere e quelli rinvenuti in casa di Galaoul. Secondo la parte accusatoria, le differenze nelle macchie e nella morfologia del pantalone emersi dalla perizia sarebbero sufficienti per escludere che si tratti degli stessi indumenti. Per l'accusa, le prove fotografiche parlano chiaro, e il confronto delle immagini confermerebbe che i pantaloni indossati dall’imputato la sera del 17 novembre e quelli trovati il giorno successivo non sono identici.
Il processo, che oggi ha visto anche la deposizione dell'ufficiale del Ris rispetto alle analisi svolta su un botticino di acqua micellare bruciato e trovato tra gli oggetti nella scena del crimine sul quale erano presenti impronte non riconducibili agli indagati, tra cui Gaaloul, si è dipanato principalmente intorno a quei pantaloni scuri indossati dall'imputato. Uno dei punti che potrebbe rivelarsi uno dei punto determinanti in un processo lungo e articolato che continuerà nei prossimi mesi.
Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>