Processo Grimilde, in primo grado 11 condanne per 55 anni di carcere

La Procura antimafia di Bologna ne aveva chiesti circa il doppio, ma nel complesso l'impianto accusatorio ha tenuto


Per quanto riguarda le singole posizioni, il boss di Brescello Francesco Grande Aracri, definito dal Pm Beatrice Ronchi il 'simbolo della 'ndrangheta in Emilia' è stato condannato a 19 anni e mezzo (contro i 30 richiesti). Suo figlio minore Paolo a 12 anni e 2 mesi (la Procura ne aveva chiesti 16 anni e sei mesi).
I giudici hanno riconosciuto l'associazione mafiosa ai due Grande Aracri, pur prosciolti da alcune accuse: in particolare per Francesco è stata esclusa l'aggravante di essere promotore dell'associazione.
Per Gaetano e Domenico Oppido, padre e figlio, che avevano ordito una maxi truffa da 2,3 milioni al ministero delle Infrastrutture, si aprono le porte del carcere per, rispettivamente, sei anni e quattro mesi e tre anni e otto mesi.
Assolto con formula piena (perché il fatto non costituisce reato) l'imprenditore reggiano Omar Costi, implicato anche in Emilia, che rischiava nove anni di reclusione.
Ingenti le entità dei risarcimenti alle parti civili. Alla presidenza del Consiglio dei ministri 150.000 euro e al ministero delle Infrastrutture, truffato dagli Oppido, 2,3 milioni che saranno gli stessi artefici del raggiro a dover versare. All'Agenzia nazionale dei beni sequestrati vanno 10.000 euro e alla Regione Emilia-Romagna 139.000 euro. Al Comune di Brescello, non presente in aula per la lettura della sentenza, sono riconosciuti danni per 119.000 euro, 69.000 al Comune di Cadelbosco e 40.000 a quello di Reggio Emilia. Stessa cifra per i sindacati Uil regionale e di Bologna, Cgil Emilia-Romagna, Cisl Emilia-Romagna e Camera del Lavoro di Reggio Emilia. All'associazione antimafia Libera vanno 70.000 euro e 50.000 ad Avviso Pubblico. Il giudice ha disposto anche la confisca di beni e società degli imputati già sottoposti a sequestro cautelare durante la fase delle indagini. L'avvocato difensore di Francesco e Paolo Grande Aracri, Carmine Curatolo, ha ribadito che secondo lui 'esiste un forte pregiudizio di questo tribunale territoriale (quello di Reggio, ndr) nei confronti degli imputati per associazione mafiosa'.
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