Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'Sussistendo specifiche ragioni di interesse pubblico costituite dalla necessità di una corretta e fedele ricostruzione degli esiti del processo, si precisa che, la Suprema Corte con sentenza del 27 aprile non ha annullato la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Bologna in relazione al reato di istigazione alla corruzione per insussitenza del reato, ma per intervenuta prescrizione del reato'. A intervenire con una nota sulla conclusione della vicenda giudiziaria che ha coinvolto l'ex patron della Cpl Roberto Casari (foto sopra), è il procuratore capo di Modena, dottor Luca Masini (foto sotto).
Il procuratore nella nota riporta anche in estratto il dispositivo della suddetta sentenza della Suprema Corte nella quale si 'annulla senza rinvio la sentenza impugnata, limitatamente al reato di cui al capo b), nei confronti di Verrini Nicola, Ferrandino Massimo e Casari Roberto per essere detto reato estinto per prescrizione ed elimina, quanto al Casari, la relativa pena di mesi 10 e giorni 20 di reclusione.
Rigetta nel resto il ricorso di Casari Roberto. Annulla la sentenza impugnata nei confronti di Cpl Concordia Soc. Coop con rinvio ad altra sezione della Corte di appello di Bologna. Rigetta i ricorsi di Simone Francesco e Rinaldi Maurizio che condanna al pagamento delle spese processuali
'.
'Pertanto, alla luce dei dati processuali oggettivi e definitivi, non sono esatte le notizie pubblicate in questi giorni su alcuni organi di informazione, secondo i quali 'la quasi totalità delle accuse mosse dalla Procura di Modena si sono rivelate prive di fondamento dopo diversi gradi di giudizio' e 'non vi fu istigazione alla corruzione, Casari e Verrini condanna annullata' - continua il procuratore capo -. Invero l’iniziale imputazione di corruzione per esercizio della funzione, veniva riqualificata dai Giudici d’Appello in “istigazione alla corruzione”, reato che la Corte di Cassazione ha infine dichiarato prescritto per il decorso del tempo, e non per insussistenza della condotta illecita.
Quanto ai reati fiscali, la sentenza di Appello aveva già escluso, in riforma parziale della sentenza del Tribunale di Modena, il delitto di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti assolvendo sul punto l’imputato Casari Roberto, confermando la condanna del predetto e di Simone Francesco e Rinaldi Maurizio per il delitto di emissione di fatture per operazioni ineistenti; detta condanna è stata confermata dalla cassazione con la sentenza definitiva pronunciata il 27 aprile. In forza della suddetta sentenza della Corte, l’imputato Casari Roberto è stato condannato con sentenza definitiva alla pena finale di un anno ed otto mesi di reclusione per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti in concorso con Simone Francesco, condannato alla pena di anni due di reclusione, e con Rinaldi Maurizio condannato alla pena di un anno e due mesi di reclusione'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>