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Dall’alba di questa mattina la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato stanno dando esecuzione ad un decreto di perquisizione e a due decreti di sequestro preventivo relativi ai proventi illeciti di un’ingente frode fiscale, emessi dal Gip del Tribunale reggiano Luca Ramponi.
L’attività d’indagine, denominata Titano, ha permesso di individuare una serie di società cartiere riconducibili principalmente ad un soggetto residente in provincia di Reggio Emilia - già coinvolto nell’operazione “Billions” unitamente ad altri soggetti coinvolti nella medesima inchiesta e colpiti all’epoca da misure cautelari - costituite al solo di scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti nei confronti di terze società, presunte utilizzatrici delle stesse, al fine di consentire alle medesime l’evasione delle imposte sui redditi e dell’Iva, a beneficio della consorteria criminale.
Le cartiere risultavano esercitare formalmente attività di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, macchine per l’edilizia, imballaggi, computer e software, fabbricazione di articoli metallici e commercio al dettaglio di prodotti via internet, mentre le società utilizzatrici operano nel campo del commercio all’ingrosso degli imballaggi, dell’edilizia e dell’abbigliamento.
Il provvedimento di sequestro preventivo odierno è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di 8 società presenti sul territorio nazionale e di 9 dei rappresentanti legali e/o amministratori delle stesse società, per le quali il Giudice ha statuito che, grazie alla frode perpetrata, hanno conseguito un profitto illecito di 6 milioni di euro.
Al termine delle attività d’indagine, è stato appurato che le 44 società interessate hanno utilizzato, nelle rispettive dichiarazioni annuali ai fini dell’Iva e delle Imposte dirette, fatture per operazioni inesistenti ricevute dalle società cartiere per circa 62 milioni, in un arco temporale che va dal 2018 al 2022.
Contestualmente all’esecuzione del decreto di sequestro, sono state effettuate 80 perquisizioni nei confronti dei soggetti – con l’ausilio anche dei cd cash dog della Guardia di Finanza - che, sulla base dei riscontri investigativi eseguiti anche per mezzo delle banche dati in uso alla Guardia di finanza, risultavano essere destinatari delle fatture per operazioni inesistenti emesse dalle società cartiere coinvolte.
Nel corso delle operazioni si è provveduto inoltre a notificare l’Informazione di garanzia alle 50 persone fisiche denunciate a piede libero per reati fiscali.
Redazione Pressa
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