Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Non più cinque agenti della penitenziaria ma 14: la procura di Modena ipotizza che l'8 marzo del 2020 a macchiarsi del reato di tortura sarebbero stati anche altri nove poliziotti. Vittime sarebbero, nel caso specifico, un 23enne e un 24enne originari del Marocco, all'epoca detenuti. Dunque - come riporta l'Ansa - a distanza di oltre tre anni, e dopo l'archiviazione del principale fascicolo relativo ai decessi, a Modena si torna a parlare delle nove morti avvenute a seguito della rivolta scoppiata all'interno del carcere Sant'Anna: otto dentro l'istituto penitenziario emiliano o durante il trasferimento, una, quella di Salvatore Piscitelli, dopo l'arrivo nel carcere di Ascoli.
Se la magistratura modenese ha stabilito che i decessi avvennero sostanzialmente per il consumo di metadone e psicofarmaci rubati all'interno del carcere nel corso della rivolta, che il gip archiviando le opposizioni di associazione Antigone e Garante definirà infatti 'causa unica ed esclusiva', è invece ancora aperto il secondo fascicolo dove si ricostruiscono i possibili episodi di violenza che i detenuti avrebbero subito nel corso della rivolta stessa e subito dopo, da parte degli uomini in divisa.
Lo scorso novembre la procura di Modena aveva chiesto la proroga delle indagini, affidando alla squadra mobile il compito di stabilire se ci potessero essere stati altri agenti coinvolti in episodi di una violenza tale da configurare la tortura. In questi giorni, dopo che la proroga è scaduta nel mese di maggio scorso, i diretti interessati hanno ricevuto l'avviso di garanzia. Saranno presumibilmente presto ascoltati i nove agenti della penitenziaria, come successo ai primi cinque che hanno respinto le accuse davanti ai magistrati. Un elemento che - come riporta sempre l'Ansa - potrebbe aver contribuito ad ipotizzare ulteriori responsabilità è, probabilmente, la testimonianza proprio di un agente di polizia penitenziaria che riferì di episodi di violenza da parte di uomini in divisa al Sant'Anna contro detenuti oramai inoffensivi. Il caso specifico di violenza che chiama in causa, come presunte vittime di tortura, gli allora carcerati di 23 e 24 anni, sarebbe avvenuto a rivolta ormai conclusa.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>