Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Ieri la Finanza ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Modena, nei confronti di 3 indagati, per il trasferimento fraudolento di valori e subappalto illecito.
Nel mirino un imprenditore di origini campane, ma residente da tempo in provincia di Modena, con numerosi precedenti penali principalmente per reati tributari e contro il patrimonio nonché con continue frequentazioni e cointeressenze economiche con appartenenti alla criminalità organizzata di tipo camorristico, come evidenziato in più interdittive antimafia emesse dalle Prefetture di Bologna e Modena nei confronti di società a lui riconducibili.
Il suddetto indagato era stato destinatario altresì di una misura di confisca di prevenzione di beni emessa dal Tribunale di Modena, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, divenuta definitiva con sentenza della Corte di Cassazione nell’anno 2022.
L’imprenditore, subito dopo l’emissione del suddetto provvedimento di confisca, aveva fittiziamente attribuito a un prestanome la rappresentanza legale di due società con sedi a Mirandola e Carpi, pur continuando a gestirle quale dominus, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale antimafia.
Inoltre, una delle società, con il concorso dell’amministratore di altra impresa aggiudicataria di due gare pubbliche d’appalto, rispettivamente, per la riqualificazione energetica di una scuola in provincia di Ferrara e per l’efficientamento energetico e il miglioramento antisismico di un istituto scolastico in provincia di Reggio Emilia, aveva eseguito in subappalto non autorizzato alcune opere, peraltro in assenza di iscrizione nella “white list” della Prefettura di Modena, che ne aveva rigettato, sempre nell’anno 2022, l’istanza presentata in considerazione della accertata sussistenza del pericolo di infiltrazione mafiosa.
Dalle indagini è emerso anche il ruolo di primo piano assunto dalla coniuge del principale indagato, la quale, anch’essa interessata dalla citata misura di prevenzione disposta Tribunale di Modena, si occupava dei profili amministrativi, contabili e finanziari delle società, anche con riferimento ai rapporti con gli altri istituti di credito (fatturazione nonché gestione dei pagamenti, delle pratiche relative al personale dipendente e dei rapporti con i professionisti contabili e consulenti del lavoro).
Le contestazioni accusatorie formulate da questa Procura vanno dall’anno 2020 al 2023.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>