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Nel corso della settimana, i carabinieri di Modena hanno eseguito tre provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria in tema di Codice Rosso.
A San Damaso hanno eseguito un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla persona offesa, nei confronti di un 30enne che per anni ha commesso minacce, lesioni, percosse, offese e molestie in danno della sua convivente, costretta a vivere un regime di vita intollerabile e un profondo stato di sofferenze, ansia e paura. Gli abusi dell’uomo sono stati molteplici e tutti gravi: dalla minaccia di ucciderla e di sfregiarle il volto con l’acido, fino ad aggressioni fisiche con strette al collo, schiaffi, strappo di ciocche di capelli e costrizioni ad assumere droghe filmandola a fini di ricatto. L’uomo, le cui violenze hanno indotto talvolta la vittima a ricorrere alle cure del pronto soccorso, commetteva i reati sovente alterato da massicce assunzioni di sostanze stupefacenti.
Ad un 26enne è stata invece applicata dal Giudice la misura cautelare personale della custodia in carcere, eseguita dai Carabinieri di Finale Emilia, per aver maltrattato la moglie con una serie di atti lesivi dell’integrità fisica, della libertà e del decoro con condotte di sopraffazione sistematiche e programmate in modo tale da renderle la vita e l’esistenza particolarmente dolorose. L’indagato, in preda a continui e violenti scatti d’ira, tra le numerose condotte violente intese ad avere il pieno controllo della vita della donna - a cui sottraeva giornalmente il telefono per le verifiche di frequentazioni e contatti - l’aveva infine pesantemente minacciata per costringerla a ritirare le denunce da questa presentate e un ricorso per separazione giudiziale, inducendola a comunicare una falsa riconciliazione per evitare pesanti ritorsioni. Da ultimo l’aveva costretta con la forza e la violenza a patire violenza sessuale.
A Carpi i militari hanno infine arrestato un 40enne che, già condannato nel 2020 per maltrattamenti nei confronti della ex compagna, aveva ripreso le condotte vessatorie e persecutorie cagionando alla donna un perdurante e grave stato d’ansia, in particolare inviandole continue telefonate e messaggi, minacciandola ripetutamente di morte, seguendola sul posto di lavoro e pedinandola fino all’abitazione per cercare di entrare nell’appartamento bussando insistentemente alla porta. In una occasione, a insaputa della vittima, aveva cercato di prelevare da scuola la figlia minore della ex compagna, non riuscendo nel suo intento perché privo di autorizzazione e perché la bambina era già uscita con la zia. Le ulteriori segnalazioni all’Autorità Giudiziaria hanno consentito di emettere un provvedimento restrittivo di custodia cautelare in carcere.
Redazione Pressa
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