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L'udienza è stata fissata per il 15 dicembre a Modena. Sarà processato con rito immediato l’ex senatore Carlo Giovanardi. Lo ha stabilito il Gip che ha accolto la richiesta dei pm Monica Bombana e Giuseppe Amara. Carlo Giovanardi è accusato di minacce a corpo politico, amministrativo e giudiziario dello Stato, rivelazione di segreti d’ufficio e minacce e oltraggio a pubblico ufficiale. L'oggetto del processo deciso dal Gip sono le presunte pressioni esercitate nel 2016 su funzionari della Prefettura e sul Gruppo interforze che stavano valutando l’inclusione delle aziende nelle whitelist per la ricostruzione postsisma, whitelist dalla quale venne esclusa la azienda Bianchini.
Per Giovanardi però serve l'autorizzazione del Senato sull'utilizzo delle famose intercettazioni che lo riguardano (per ora la Giunta ha proposto alla Assemblea di accogliere l'utilizzo di una sola di quelle interecettazini, qui l'articolo) e, all'indomani del rinvio a giudizio ha scritto direttamente alla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati.
La lettera alla presidente del Senato
'Nelle fonti di prova per i reati che mi vengono addebitati vengono citati intercettazioni e tabulati e si fa esplicito riferimento agli atti attualmente pendenti presso il Senato della Repubblica - scrive Giovanardi rivolgendosi alla presidente del Senato -. Tali atti vennero trasmessi al Senato dopo che la Corte Costituzionale, a cui era ricorso il Gip presso la Dia di Bologna (prima che il procedimento passasse per competenza al Tribunale di Modena essendo scomparsa nel frattempo la ipotizzata aggravante mafiosa) aveva sottolineato la obbligatorietà della trasmissione al Senato per l'autorizzazione all'utilizzo di quelli che si ritengano indispensabili fonti di prova, a tutela non tanto del singolo parlamentare ma dell'Autonomia e delle Prerogativa del Parlamento'.
'Ricordo che tutti gli interventi da me svolti sul territorio per contestare le metodologie adottate dalla Prefettura di Modena per colpire le aziende locali con interdittive antimafia (oggetto delle contestazioni della procura e del Gip nei miei confronti), sono sempre state precedentemente o contemporaneamente da me evidenziati in una pluralità di interpellanze, interventi in Aula, in Commissione Antimafia ed in Commissione Giustizia, concretizzandosi in attività parlamentare tipica, diretta ed indiretta - aggiunge Giovanardi nella sua lettera alla Casellati -. Non sussistendo, nei capi di imputazione, profili di contestazione relativi a rapporti diretti o indiretti con i tredicimila cutresi residenti nelle provincie di Reggio Emilia e Modena, o ad eventuali favori ricevuti dalle aziende nei cui confronti il sottoscritto ha promosso sacrosante e legittime battaglie parlamentari, al fine di ottenere approvazione di una normativa relativa alle White List equa e tale da non danneggiare lavoratori e imprese oneste, gli addebiti della Procura riguardano direttamente l'attività tipica di del sottoscritto quale parlamentare al Senato e sul territorio, attività che Costituzione e Leggi vigenti ritengono prerogativa (ed io aggiungo dovere) di un rappresentante del popolo. Le chiedo pertanto di voler richiedere gli atti al Tribunale di Modena per chiarire la questione dei tabulati e delle intercettazioni attualmente pendenti in Aula, che, se non indispensabili, come dichiarato da Tribunale, vanno immediatamente distrutti. La prego anche di invitare lo stesso Tribunale ad inviare al Senato, per la Autorizzazione ad un eventuale utilizzo, tutte le intercettazioni, video ed audio, i tabulati e quanto altro nel fascicolo indicato quale fonte di prova di cui la Procura vorrà fare uso nel procedimento in oggetto, ed in particolare gli audio-video carpiti da Alessandro Bianchini'.
La risposta
E alla lettera di Giovanardi ha già risposto la presidente del Senato informandolo che la lettera è stata trasmessa alla giunta per le autorizzazioni perchè in quella sede, e successivamente in aula, vengano affrontate tutte le questioni sollevate da Giovanardi stesso.
Redazione Pressa
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