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Lo abbiamo più volte documentato, insieme ai rischi provocati dalla mancata (da almeno 30 anni), pulizia dell'alveo del fiume Secchia, così come della sua cassa di espansione e dal progressivo innalzamento degli argini dei tratti interessati da lavori di risagomature e per il contenimento delle piene: i ponti ed i viadotti stradali e ferroviari che superano il fiume si avvicinano sempre più, e in molti recenti casi di piena hanno dimostrato di arrivare, ad uno stato di rischio.
Perchè nella continua corsa ad alzare e a risagomare gli argini, questi sono finiti per superare, nel loro colmo, il livello degli stessi ponti che, per garantire la sicurezza, dovrebbero sempre mantenersi ad un livello di almeno 30 centimetri superiore a quello del livello massimo dell'acqua.
Il caso di Ponte Alto, nel territorio comunale di Modena ma di competenza della Provincia di Modena (sul quale nonostante le criticità non esiste ancora nemmeno un progetto di adeguamento), il primo a dovere essere sempre chiuso anche dopo piogge di poche ore, lo dimostra.
Anche le recenti piene piccole (che già dal livello giallo di allerta portano alla chiusura al traffico del ponte), hanno portato l'acqua vicino al livello della sede stradale, con la quasi scomparsa delle 'luci' delle arcate. Lo ripetiamo, per piene classificate come piccole.
I lavori più urgenti svolti sia a monte che a valle di ponte Alto, dopo l'alluvione del 2014, ma già necessari dopo la tracimazione sfiorata all'altezza della rotatoria di San Pancrazio nel dicembre del 2009 (a causa della piena provocata dal veloce scioglimento della neve in montagna), hanno portato, insieme alla pulizia e alla risagomatura dell'alveo, ad un ulteriore innalzamento delle arginature, portandole ad un livello uguale se non superiore alle sedi stradali dei ponti stessi.
Che in caso di piena, anche piccola ma consistente (sul modello TR20 sul quale sono stati dimensionati i lavori e le arginature), risulterebbero raggiunti dal livello dell'acqua, creando di fatto un tappo. Così a Ponte Alto, così come (visibile nella galleria fotografica), all'altezza del ponte viadotto che collega la tangenziale di Modena e la nazionale per Carpi, così come al da sempre inadeguato, anche per la sua sola corsia, ponte dell'Uccellino, sul quale è stato presentato recentemente il progetto di innalzamento e raddoppio atteso da venti anni.
E questo, riguardante il tratto del Secchia di alcuni chilometri che attraversa Modena, in cui i lavori sono preseguiti ed in parte conclusi, rappresenta lo scenario migliore. Perché in direzione a valle del ponte dell'Uccellino, i lavori Aipo di pulizia, risagomatura e adeguamento degli argini dell'asta del fiume, programmati per il contenimento di piene fino a Tempo di Ritorno 20 non sono ancora iniziati. Nonostante il cartello, da anni presente, indichi che ad oggi dovrebbero essere già finiti
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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