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A distanza di un mese dal voto a Carpi tracciamo il bilancio dei promissari e dei promissati. Promissario è chi ha ricevuto una promessa di qualcosa: un termine giuridico che rende l’idea anche in politica, con la sola differenza che spesso si tratta di promesse scritte sulla sabbia. Promissato è un termine che non esiste, ma che vogliamo lo stesso usare per indicare i predestinati: quelli che la promessa più che averla ricevuta se la sono creata e per i quali era chiaro fin da subito che gli accordi sarebbero stati rispettati. Come Andrea Artioli, di AVS. Che pur non essendo nelle grazie di Riccardo Righi, in quanto promissato è stato comunque nominato Presidente del consiglio comunale, per un’indennità lorda di 3/4000 euro al mese.
Non ci sono motivi politici per questa nomina, che di fatto azzera la rappresentanza di AVS in consiglio - perché diventare Presidente implica essere super partes e per questo non avere più margine di intervento politico né poter presentare documenti, mozioni, interrogazioni: è un promissato.
Promissari d’eccezione sono invece i fossolesi Marco Reggiani e Giovanni Maestri. Da sempre amici politici e non solo, si trovano entrambi nella posizione di aver ricevuto una promessa di un assessorato futuro. Reggiani deve solo resistere fino al 2026: gli è infatti stato promesso un posto in giunta dopo il prevedibile cambio della segreteria ostile - oggi retta dall’ex parlamentare Manuela Ghizzoni che ha Daniela Depietri come interposta persona – e il definitivo pensionamento di Paolo Malvezzi, assessore ai lavori pubblici. Del suo posto è promissario anche Maurizio Maio, come Malvezzi rappresentante dell’area cattolica di Marc’Aurelio Santi.
Nel mentre la Depietri ha ottenuto di avere in giunta la promissata Paola Poletti, commerciante del centro storico, già da un anno a fare il giusto tirocinio relazionale in Fondazione Cassa Carpi.
Maestri di promesse ne ha ricevute tante: fra assessore, presidente del consiglio, capogruppo, presidente del Consiglio delle Terre D’Argine. A oggi resta promissario di un incarico nella giunta del 2029. Un po’ come successo negli anni a Cristina Luppi, della polisportiva Dorando Pietri, più volte - e pare ancor oggi – promissaria di preferenze di circolo e ruoli nell’esecutivo.
Come di un assessorato futuribile è promissaria Elena Brina, organizzatrice e anima della campagna di Riccardo Righi. Che però paga anch’essa, come Reggiani, la lontananza dalla dirigenza attuale del partitone. Tanto che nell’elezione per il consiglio delle Terre D’Argine, per esser eletta, s’è vista costretta ad autovotarsi ottenendo quell’unico voto – con esponenti di spicco come Mauro D’Orazi che pur non essendosi votati di voti ne hanno presi lo stesso tre.
Ma nessuno potrà mai eguagliare il promissario d’eccezione Giovanni Taurasi. Al quale è stato promesso da parte del partitone di entrare in giunta nel 2014 e nel 2019, e addirittura di fare il sindaco nel 2024. Promesse scritte sulla sabbia, come detto. Con il famoso storico e ricercatore che ha perso di poco le primarie con Righi, anche e soprattutto perché il suo partito ha preferito sostenere il non tesserato né organico architetto modenese. E che in giunta ha visto andare il promissato Giuliano Albarani, come lui storico. E collaboratore del settimanale di riferimento di Righi.
Magath
Magath Ing
Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della te..
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