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“C'ho uno scoop, uno è legato al sindaco ma non glielo dici e ti dico subito qual è sapendo il mezzo telefonico...”. Siamo tornati all’autunno del 2018, ai tempi del Carpigate. Il sindaco è Alberto Bellelli e lo scoop l’avrebbe avuto Simone Morelli, che si preparava a modo suo alle elezioni del 2019. Inutile tornare sugli aspetti giudiziari e morali di quella vicenda, sviscerati in migliaia di pagine fra intercettazioni, informative, requisitorie, sentenze e articoli di giornale. Ma un dato è chiaro: da quel momento Simone Morelli è uscito dalla vita politica di Carpi e del Pd. È uscito dalla giunta di Alberto Bellelli, che gli ha ritirato le deleghe trovando le “indiscrezioni lette sui quotidiani, tali fino al vaglio della magistratura, sufficienti ad incrinare il rapporto di fiducia nei confronti dello stesso”.
È uscito dalla politica e dalla vita sociale in generale, senza alcuna apparizione pubblica, salvo quel mese estivo nel quale è stato Presidente del Carpi Calcio, squadra poi fallita di lì a poco.
Ma oggi Morelli, grazie all’azione di Paolo Zanca – il commissario bolognese di Azione Modena – rientra in gioco, pronto, secondo gli addetti ai lavori meglio informati, ad attraversare da vicesindaco il portone di Palazzo Scacchetti. Perché?
Perché questa è la politica. Che è anche interpretazione. E il silenzio assoluto che Riccardo Righi, candidato sindaco uscito dalle primarie del Pd, sta manifestando su Morelli dice molto di più di mille vacui dibattiti e comizi. Dice che Righi, politicamente e caratterialmente parlando, è davvero il clone di Bellelli.
Perché il caso-Morelli per Bellelli non è esploso quando il suo settore è stato interessato dalle indagini dell’allora comandante dei carabinieri Alessandro Iacovelli; quando furono sequestrati quintali di faldoni; quando furono bloccati diversi eventi pubblici, anche in autotutela, coinvolgendo anche la curia e l’allora Vescovo Cavina.
Quando era chiaro che – al di là delle questioni giudiziarie per le quali, lo ripetiamo, tutto s’è risolto con assoluzioni piene – c’erano comunque un problema politico forte e un problema personale forte. No. Bellelli ha agito solo a seguito delle “indiscrezioni” a mezzo stampa. Bellelli s’è tenuto Morelli finché ha potuto o voluto o dovuto per poi scaricarlo quasi incolpando terzi – e solo la storia potrà dire chi fra i due aveva più interesse a far proseguire il loro rapporto.
Oggi siamo allo stesso punto. I più attenti hanno osservato che il simbolo di Azione non è nel manifesto elettorale di Riccardo Righi. Ma la reazione di Righi agli articoli di stampa che hanno indicato Morelli come referente di Azione non è stata quella più ovvia: “non siamo interessati a una interlocuzione con Morelli, dopo tutto quello che è successo”. Nessun comunicato, nessuna rottura, nessuna barriera, nessuna opposizione, niente di niente. Che in politica vuol dire piena apertura ma in silenzio. Segno che l’assessore uscente è interessato all’ex vicesindaco, al suo bacino elettorale e alla possibilità di averlo contro anziché con sé, perché impaurito da queste elezioni.
E che quella che doveva essere una discontinuità con il passato, rischia di esserlo ma al contrario: fuori Bellelli, dentro Morelli. A comandare sul nuovo dopo aver comandato sul vecchio.
Magath
Magath Ing
Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della te..
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