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Nel pomeriggio di ieri il sindaco di Carpi Alberto Bellelli e l’assessore alla Sanità Tamara Calzolari, accompagnati dalla direttrice generale Ausl Anna Maria Petrini e dalla direttrice sanitaria Romana Bacchi, hanno fatto visita ai professionisti del Pronto soccorso di Carpi. Un momento già programmato e slittato in occasione delle festività, ma riprogrammato nel nuovo anno, anche per una verifica congiunta delle misure attivate nei mesi scorsi per migliorare la sicurezza di pazienti e operatori. Le varie iniziative messe in campo – strutturali, di riorganizzazione ed efficientamento dell’assetto e formative – sono state illustrate da Stefania Ascari e Francesco Casulli, rispettivamente direttrice del distretto e direttore medico del Ramazzini, presenti anch’essi all’incontro insieme alla direttrice della Struttura complessa di Ps e Medicina d’Urgenza, Chiara Pesci, e al direttore Assistenziale Ausl facente funzione, Luca Gelati.
Dopo il momento in ospedale, il gruppo si è recato in visita al cantiere della futura Casa della Comunità, in via Peruzzi, accompagnati dai tecnici e dal direttore del Servizio unico attività tecniche dell’Azienda USL, Pasquale Romio, e da Emanuela Ferri, referente aziendale Medicina d'Iniziativa e Continuità.
La struttura esterna è definita, gli spazi interni sono delineati e adesso si lavora alla parte impiantistica: i lavori in corso dovrebbero concludersi in primavera per poi lasciare spazio alle autorizzazioni, ultima fase prima dell’avvio delle attività previsto in estate.
La Casa della Comunità di Carpi, un investimento da quasi 4 milioni di euro interamente coperto da fondi aziendali, rappresenterà l’hub distrettuale: a Novi e Rovereto è già presente una Casa della Comunità che sarà una sede spoke, così come quelle in programma a Soliera e Campogalliano, in quella logica di rete definita come ottimale nei documenti del Ministero della Sanità che ridefiniscono il volto dell’assistenza sanitaria territoriale.
La struttura carpigiana conterrà infatti anche la nuova Centrale Operativa Territoriale, già attiva in sede provvisoria presso l’Ospedale Ramazzini, oltre a diversi servizi importanti per i cittadini come l'ambulatorio di continuità assistenziale e una medicina di gruppo che raccoglierà gli ambulatori di alcuni medici di medicina generale, lo sportello sociale, gli ambulatori per la gestione delle malattie croniche e il consultorio.
Come detto, la CdC sarà inserita in una rete che prevede, tra le altre attività, l’infermieristica di Comunità e un Ospedale di Comunità (oggi temporaneamente a Novi in attesa del completamento di quello di Carpi, in fase di realizzazione grazie a un investimento del Comune).
Proseguirà, infine, con nuovi incontri, il percorso partecipativo avviato a metà novembre e che vede coinvolte le associazioni del terzo settore del territorio.
“Si tratta di un’opera molto attesa – sottolinea la direttrice del Distretto di Carpi Stefania Ascari – e che rappresenterà il punto d'accesso privilegiato per le cure territoriali, riunite in un unico luogo per fornire le risposte più adeguate ai bisogni di base. Una modalità di assistenza nuova per la città, a vantaggio dei cittadini, dai più giovani, grazie anche alla vicinanza con il polo scolastico, ai più anziani, che potranno usufruire di un luogo facilmente raggiungibile e accessibile. La struttura sarà infine uno spazio aperto a disposizione delle tante attività di prevenzione e promozione della salute e di corretti stili di vita in collaborazione con gli enti locali e le associazioni di volontariato socio-sanitario attive sul territorio, insieme alle quali stiamo co-progettando il contenuto di questa Casa”.
“Riguardo il Pronto Soccorso, registriamo con piacere il rafforzamento delle misure di sicurezza richieste all’Ausl – dichiara il sindaco di Carpi Alberto Bellelli –, e valutiamo positivamente l’aggiunta di un ambulatorio volto ad alleggerire l'attesa dei casi meno gravi. Esprimiamo anche soddisfazione per l’avanzamento dei lavori della Casa della comunità, un investimento sulla medicina territoriale dai molteplici meriti: è infatti una risposta innovativa sia sul fronte della prevenzione sia su quello dei pazienti, soprattutto cronici, da prendere in carico; ma anche per i giovani, grazie alla presenza del consultorio. Tutto questo attraverso un percorso partecipato, in atto con le associazioni di volontariato, per costruire insieme una “Casa” vicina ai bisogni dei cittadini”.