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Il sindaco uscente Stefano Reggiani passa solo un attimo, cappello in testa calato giù giù fino agli occhi quasi ad abbassarne ulteriormente la statura, e non si avvicina al microfono. Dei big del Pd è presente solo il consigliere regionale Luca Sabattini, sorridente senza indugio accanto al candidato sindaco. Per il resto diversi giovani, i colleghi assessori (a partire da Leonardo Pastore e Denis Bertoncelli) e volti lontani dalla politica. La campagna elettorale di Gianni Gargano a Castelfranco segna un punto di discontinuità con il partitone, anche se lo stesso Gargano non lo ammette.
Gargano nel suo discorso vola alto: cita Tonino Guerra e il discorso di Pericle e promette di costruire una città bella, 'talmente bella da essere invidiata dagli altri Comuni'.
E' un entusiasmo spontaneo, quasi naif, quello di Gargano che fa presa sui tanti presenti (complice forse anche il ricco buffet) alla inaugurazione della campagna e della sede, l'ex bar Tamanaco ex luogo di devianza che egli stesso, da assessore alla sicurezza, ha contribuito a far chiudere. Nessun cenno al principale rivale, Modesto Amicucci della Lega, marito della storica militante del Carroccio Cristina Girotti, ma il richiamo alle paure evocate dalla Lega fa da sottofondo alla serata.
Spazio ai giovani negli endorsemente di rito al candidato: Silvia Cantoni, al primo voto alle amministrative, Sofia Malagoli, imprenditrice e referente della lista Forte Urbano, Riccardo Natali della lista Idee in Comune e Basma Aissa della comunità islamica. E accanto a loro il veterano Pd Adelmo Bastoni.
Chiude, prima delle note di Davide Turci, Valerio Massimo Manfredi con un discorso tutto incentrato sulla Europa, della quale oggi si festeggiava il patrono. Una poesia improvvisata nel finale fa da cornice alla presentazione e Gargano abbraccia la poetessa. Un abbraccio sincero col quale l'assessore del sorriso inizia la sua corsa alla fascia tricolore.
Leo
Redazione Pressa
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