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Dai negozi di parrucchiere ai forni, dai fiorai ai tabaccai, fino alle farmacie. Oggi, dalle 10 alle 13 era difficile, se non impossibile, vedere, a Finale Emilia, un negozio aperto. Pur in un martedì mattina. Tutti chiusi. Con un cartello affisso in bella vista in vetrina o sulla serranda abbassata con una frase; 'Chiudiamo oggi per non chiudere per sempre' Adesione pressoché totale per una serrata imponente e senza precedenti, organizzata autonomamente dai commercianti del centro storico (e non solo) di Finale Emilia. La ragione, protestare contro lo stop dei lavori alla piazza Garibaldi, piazza centrale, cuore del centro storico e della vita commerciale del comune. Oggetto di un cantiere di ristrutturazione aperto, bloccato da anni, e che sembra non avere fine, consistente soprattutto nei lavori di ripavimenazione che a tre anni dall'inizio non trovano sbocco, prospettive e, soprattutto, affermano i commercianti, risposte dalle istituzioni, in primis quella più vicina, il Comune.
Con un sindaco schiacciato da un lato dalle difficoltà di non potere agire al di fuori dei lunghi passaggi burocratici che servono per affrontare un contenzioso tra e con le ditte committenti e dall'altro la pressione dei concittadini che chiedono risposte e, soprattutto, presenza, vicinanza, dal proprio sindaco. E che gli contestano di non avere garantito, se non nelle ultime settimane, quando era già chiaro che la protesta sarebbe montata e sarebbe esplosa. Così è stato.
'Siamo all'esasperazione e la partecipazione di tanti commercianti lo conferma. Tante attività hanno già chiuso, altre rischiano di farlo a breve. Anche i clienti affezionati riducono le loro visite e i loro acquisti.
La piazza è inaccessibile, si vive in un cantiere aperto da anni, che chiude tutto, se non l'accesso ai marciapiedi, e non ci sono parcheggi'- afferma Raffaele Magagnoli, titolare dell'omonimo Hotel in piazza Garibaldi, con le stanze degli ospiti e l'accesso affacciato su un cantiere che sembra un cratere. E dove alle 10 della mattina di oggi i commercianti si sono trovati, chiamati alla serrata e alla protesta di piazza lanciata anche dallo stesso Magagnoli referente di un gruppo sempre più ampio di commercianti formato in un poco meno di un mese, chiamato Negozianti Uniti. Anche se qui, i commercianti, sono già tutti uniti, da una battaglia comune che comprende anche chi compone e rappresenta il Comitato dei commercianti, riconosciuto anche ai tavoli istituzionali. Con l'amministrazione e le associazioni di categoria. Presieduto da Massimo Magni, che anche ieri pomeriggio ha partecipato all'incontro organizzato in Comune nel quale il sindaco ha annunciato un possibile sblocco. Quello riportato anche nell'elenco delle rivendicazioni. Insieme alla richiesta di prospettive e tempi certi. Perché non c'è di peggio che all'assenza di prospettiva, di questa lenta agonia, che uccide il. Commercio'
E con queste rivendicazioni il lungo corteo dei commercianti sfila da piazza Garibaldi per le vie del centro dove i segni del terremoto sono ancora evidenti, in una immagine senza precedenti. L'atmosfera si scalda e le invettive contro la pubblica amministrazione aumentano una volta giunto davanti al Municipio. Qui i commercianti consegnano al sindaco un bauletto con decine di chiavi di altrettante attività commerciali. 'Le riprenderemo quando sarà tutto finito' - affermano
Il sindaco ci mette la faccia, e scende in strada, stempera l'atmosfera, o almeno ci prova, chiamando volti conosciuti per nome o per soprannome. Parlano i commercianti ed i loro rappresentanti. Da Magagnoli, a Magni, titolare della pizzeria in piazza Garibaldi che in assenza di risposte e sblocco dei lavori, chiede indennizi adeguati 'per permettere di sopravvivere', ma anche tanti cittadini comuni che chiedono risposte celeri per lo sblocco dei lavori e contestano al sindaco di essere stato e di essere poco presente.
Il sindaco prende il microfono, viene contestato quando inizia ad elencare ciò che ha fatto in questi ultimi anni senza parlare della piazza, e viene incalzato quando ne parla. 'Vogliamo tempi certi, un cronoprogramma' - chiedono alcuni. Tempi certi non ce ne possono essere, almeno prima dello sblocco, che - afferma il sindaco - 'potrebbe arrivare a seguito del collaudo della parte dei lavori effettuati e dal cui esito può derivare la possibilità della società ora ferma, di riprendere i lavori'.
L'obiettivo è quello di proseguire ad una mediazione senza scontro con le ditte incaricate. 'Tempi? Intorno a metà marzo il collaudo. In caso di esito positivo i lavori potrebbero iniziare e concludersi in sei mesi. Il 20 marzo ci aggiorneremo' - promette il sindaco. Che a domanda annuncia anche un piano B ma forse da evitare trattandosi di una causa legale che porterebbe le carte e le vite in tribunale per una vicenda e per lo blocco che forse si potrebbe prorogare per altri anni. Claudio Poletti, il sindaco, viene mpestato di richieste non solo per la piazza. Finale soffre di troppe carenze. Ieri, in piazza, per le loro aule inagibili, c'erano anche gli studenti del liceo Morandi. Una mamma di due adolescenti prende il microfono e denuncia lo stato della palestra utilizzata dai ragazzi del basket, con le infiltrazioni d'acqua e con il sindaco che, la scorsa settimana, era stato indotto a chiuderla in via precauzionale, al centro sportivo, al ponte sul Panaro, chiuso da tempo per ristrutturazione, alla carenza di servizi pubblici e di cui il sindaco promette l'apertura a maggio. Ma ci sarà tempo per discuterne.
Gi.Ga.
Le nostre dirette
Piazza Garibaldi desolante devastata da un cantiere fermo. Da qui parte il corteo
L'arrivo del corteo in Municipio e l'incontro con il sindaco