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I due casi relativi alle due donne soccorse in emergenza ostetrica ginecologica sabato sera a Pievepelago e domenica sera a Pavullo, sono relativi a due gravidanze a termine. Entrambe le donne sono state trasportate dall'elisoccorso di Bologna in emergenza al Policlinico di Modena. Stanno bene. Una di loro ha partorito subito mentre la seconda è in attesa del parto.
A confermarlo è l'AUSL di Modena intervenendo in merito al nostro articolo sul doppio intervento in emergenza nel corso di nemmeno 24 ore, nella montagna modenese, con l'ausilio dell'elisoccorso. Due fatti che hanno riportato l'attenzione sulle conseguenze, sul fronte dell'emergenza-urgenza, derivate dalla chiusura, nell'ottobre del 2017, del punto nascite dell'ospedale di Pavullo, subito seguita dalla riduzione alle 12 ore diurne, del servizio di emergenza ginecologica, non più garantito nella fascia serale 20-8.
Una chiusura che ha reso obbligatorio il trasporto delle donne partorienti e residenti in montagna nei più vicini punti nascita di Sassuolo e Modena. Un vero e proprio calvario per le donne della montagna modenese obbligate a trasferirsi in pianura (nel caso di Pievepelago a circa 90 km di distanza da percorrere per più della metà su tortuose strade montane). Che diventa complicato e rischioso soprattutto in casi di emergenza dove ogni minuto conta. Ed è così che anziché ricorrere a lunghi e rischiosi viaggi in ambulanza (con tutti i rischi connessi proprio alla tempistica che precedenti casi di cronaca hanno dimostrato), i sanitari hanno optato per il ricorso all'elicottero che da pochi mesi può atterrare (dopo l'adeguamento della locale piazzole al volo notturno), anche a Pievepelago.
In entrambi gli ultimi casi l'emergenza era scattata in codice giallo, che nel gergo dell'emergenza-urgenza sanitaria presuppone la necessità di un intervento immediato o comunque in tempi brevi.
Da gestire attraverso l'utilizzo di mezzi a terra dal punto del soccorso (in entrambi questi ultimi due casi presso le abitazioni delle donne, una delle quali a due minuti in auto dal locale ospedale che fino all'ottobre del 2017 ospitava il punto nascita), fino alla piazzola di atterraggio dell'elisoccorso presso gli ospedali, in questo caso nell'Hub del Policlinico.
'L'esito, in entrambi i casi, è stato positivo - ha sottolineato l'Ausl - specificando che le procedure di emergenza, in tutte le fasi di trattamento delle pazienti di trasporto a Modena, sono avvenute in perfetta sinergia tra i mezzi a terra e l'elisoccorso' e che il tutto 'si è svolto nell'ambito dei tempi standard'.
Anche se guardando proprio i dati dei tempi, anche nel caso di Pavullo, l'intera procedura di emergenza, dal soccorso della donna a casa propria (a due minuti dell'ospedale di Pavullo), all'arrivo al Policlinico, ha registrato 51 minuti. Di cui la maggior parte impiegati nella valutazione dell'emergenza e del trasporto della donna alla piazzola di atterraggio dell'elicottero e circa 10 minuti per giungere al Policlinico.
Due interventi che riportano l'attenzione sulle conseguenze, sul fronte dell'emergenza urgenza sanitaria ostetrica e ginecologica, derivanti dalla chiusura del punto nascite di Pavullo e dalla cancellazione, presso lo stesso ospedale, del presidio di emergenza ginecologica in reperibilità nelle ore serali e notturne.
L'Ausl ha ricordato che presso l'ospedale di Pavullo è attivo H24 il servizio di emergenza di ostetricia
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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