Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
È terminata nei giorni scorsi la seconda campagna di scavi per riportare alla luce l’insediamento di epoca matildica (1046 – 1115) a Montebaranzone. Come lo scorso anno, i lavori sono stati diretti dall’Università di Verona e in particolare dal prof. Nicola Mancassola, coadiuvato dalla dott.ssa Elisa Lerco e dalla dott.ssa Elisa Maccadanza, nonché affiancato per l’occasione da un team di studenti e ricercatori provenienti da diversi atenei del Nord Italia, da Ferrara, a Bologna, a Milano, oltre che dalla stessa Verona. Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione di Modena con 20.000 euro e dal Comune di Prignano con 5.000 euro.
Complessivamente, sono una dozzina gli archeologi e gli studenti che hanno contribuito agli scavi per quattro settimane consecutive nel sito matildico di Montebaranzone.
Dopo i reperti emersi lo scorso anno, ovvero un muro di cinta, una vecchia cisterna, il perimetro di un cimitero e i muri di una probabile casa signorile risalente al XIII secolo, una delle novità più interessanti emerse quest’anno sono stati i resti di una torre a fianco del castello, presente nella zona ovest del palazzo scoperto nel 2023.
I risultati finora ottenuti grazie alla collaborazione con l’Università di Verona saranno presentati al pubblico con visite guidate domenica 25 agosto dalle ore 16.00 alle ore 19,30 in occasione della XXIV Festa Matildica di Montebaranzone.
“La campagna di scavi a Montebaranzone - spiega il professor Mancassola - fa parte di un progetto più ampio avviato dall’Università di Verona nel 2016, che punta a indagare sugli insediamenti matildici nel Reggiano e nel Modenese. Già sono stati compiuti scavi in questo senso a Toano e a Castellarano. In seguito, per avere ulteriori conferme, ci siamo spostati sul versante modenese e, dallo scorso anno, siamo quindi impegnati a Montebaranzone'.
A tutti gli interessati, sarà quindi data la possibilità di vivere in prima persona l’esperienza di entrare nel castello ritrovato di Matilde di Canossa, una delle residenze “perdute” dell’indimenticata contessa, finora mai oggetto di scavi simili.
Dalle 19, nel sagrato della chiesa di Montebaranzone, sarà attivo anche lo stand gastronomico con piatti della tradizione. Alle 21,30, poi, si potrà assistere allo spettacolo “Feedom”, realizzato da un gruppo di ragazze di Montebaranzone che da 3 anni producono questa performance sempre con un tema diverso. In questa terza edizione affrontano il tema della Libertà comunicata come sempre attraverso la danza aerea moderna.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>