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Viadotto Rio Torto, la campata a giorni 'brillerà': corsa contro il tempo per la riapertura
La Pressa
Scatta oggi l'ultimo mese dalla riapertura parziale prevista dalle istituzioni. Ma nei prossimi 30 giorni la campata centrale dovrà essere demolita con esplosivo, sostituita e collaudata. Sarà possibile farlo nei tempi annunciati? Dalle istituzioni, per ora, nessuna conferma

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Il silenzio istituzionale di queste ultime settimane rispetto all'avanzamento delle procedure e degli studi per la demolizione e la sostituzione della campata centrale del viadotto Rio Torto, sulla Nuova Estense, alimenta dubbi e perplessità rispetto alla tempistica dei lavori. Non ancora smentita quella definita nel primo tavolo di Anas e Prefettura, ovvero fine aprile per la riapertura al traffico con una sola corsia, e fine maggio per la riapertura a due corsie.
I sindaci di Serramazzoni e Pavullo, ma non solo, sono fiduciosi che questa fase non facile, ma fino ad ora gestita con soluzioni concordate per la mobilità alternativa, anche e soprattutto dei mezzi pesanti fatti circolare in orari distribuiti e programmati anche in ore serali, termini nei tempi programmati e, soprattutto, prima dell'estate quanto meno per salvare se non in toto almeno in parte la stagione estiva, oltre, chiaramente, a ripristinare le normali condizioni di viaggio dei pendolari.
Fatto sta che al primo giorno di aprile poco nulla si sa sulla possibilità che la tempistica prevista venga garantita. Anche perché ciò significa che entro i prossimi 30 dovrebbero accadere tre fatti non di poco conto. Il primo, la demolizione della campata centrale che sarà fatta brillare e cadere al suolo da una altezza di 50 metri rispetto al centro della valle alla quale si trova; il secondo, il posizionamento del collegamento della struttura Bailey che dovrà sostituire la campata centrale lunga 36 metri le opere di collaudo necessarie per procedere alla riapertura alla circolazione del viadotto in un primo tempo ad una sola corsia.
Fare brillare una campata in forma controllata e senza intaccare e danneggiare la struttura dei piloni che la sorreggono, è una operazione ingegneristica non di poco conto ma non nuova nuova anche per Anas, che oggi gestisce il viadotto realizzato nel 1982 dalla provincia di Modena, sia nel passato sia recentemente. Soprattutto quando questa viene gestita da società estremamente specializzate in questo genere di demolizioni.
Uno dei casi più spettacolari e che può essere ricondotto nelle modalità a quello che vedremo presumibilmente nei prossimi giorni per il viadotto del Rio Torto, è quello del luglio del 2015 quando per i lavori di realizzazione di un tratto della nuova autostrada vennero demolite alcune campate del viadotto Italia sulla A3. Campate tecnicamente fatte brillare senza però intaccare i piloni di sostegno. Stessa cosa capiterà per il viadotto di Rio Torto che di Piloni ne ha due, uno sul versante sud e uno sul versante nord. Due Piloni che con le due braccia che si estendono verso il centro della valle, sostengono la campata centrale da 36 metri che strutturalmente ha ceduto e che andrà sostituita.
Nei giorni scorsi ci siamo recati sul posto e abbiamo messo a confronto le immagini di oggi alle immagini di sei anni fa durante un sopralluogo sollecitato da diverse segnalazioni in relazione alla erosione del terreno alla base dei piloni.
Ecco le immagini realizzate nei giorni scorsi a confronto con quelle di sei anni fa e con quelle della demolizione della campate del viadotto Italia, nel luglio del 2015
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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