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Le tre Pedemontane e la sicurezza tradita

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Emerge chiaramente che il valore millesimale dei sinistri, è identico tra la Provincia di Modena e la Regione ma è doppio nelle Terre di Castelli


Le tre Pedemontane e la sicurezza tradita
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Siamo probabilmente certi, che gli ingegneri che hanno progettato l’asse viario denominato Pedemontana, nel passaggio del territorio di Castelvetro, avranno tenuto conto delle peculiarità paesaggistiche, al fine di non turbare l’occhio con ponti o sovrappassi, i quali potrebbero avere avuto un impatto sgradevole per il camionista o il residente, stessa cosa hanno pensato i tre enti, Provincia , Regione, e Comune soprattutto,  avendo voluto a tutti i costi modificare un progetto datato 2002, inserendo la quarta rotonda su via Belvedere (come disse l’allora sindaco Montanari nel 2010 :asfaltata da poco).
Ma certamente avranno chiuso entrambi gli occhi nell’attraversamento di Valsamoggia o di Fiorano, colline forse meno ambite e conosciute di quelle Castelvetresi, ma che hanno i vitigni del grasparossa di Castelvetro.

Abbiamo già scritto precedentemente della netta difformità progettuale tra i territori a Est e Ovest di Castelvetro, che invece presentano la Sp569 come un asse di veloce collegamento fatto di sottopassi e sovrappassi, 6 addirittura nella Nuova Bazzanese, come lo stesso Assessore Regionale Donini l’ha definita in nostra presenza, o che appare scritto nel giornalino del Comune di Valsamoggia.

Se andiamo a leggere i dati che la Regione ci fornisce in merito ai sinistri si comprende per quale motivo la programmazione di questo asse nei territori limitrofi avviene cercando di evitare il contatto tra mezzi pesanti e mezzi leggeri o pedoni, a differenza che nel territorio di Castelvetro. Leggendo anche solo superficialmente la tabella con i tre indici, mortalità, lesività, pericolosità, la Provinciale appare l’asse in assoluto con maggiori problematiche, e quindi quello al quale prestare maggiore attenzione in fase di progettazione.


Il numero di incidenti bulgari in Emilia Romagna, in rapporto alla classificazione delle strade sono 3357 su strada Provinciale in toto, su un totale di 17363 ( 19,33%), rendendo la provinciale sede del 20% degli incidenti totali. Se a questi dati associamo che nel corso del 2017, i dati da decesso per incidenti, il 17,9% è avvenuto su pedoni, il 13,4 su velocipedi, il 2,3 su ciclomotori, indica probabilmente che non esiste la netta separazione tra la viabilità dei vari veicoli e le persone nella realizzazione delle infrastrutture viarie.

Come si nota molto bene la mortalità è la più alta su Provinciali (140 decessi su  3357 incidenti, 4,17% ) mentre il dato su strade comunali mi porta al 1,3% di mortalità, (11542 incidenti con 151 decessi ) rendendo quindi la strada Provinciale l’asse in assoluto più pericoloso per gravità degli incidenti, escluso le autostrade ma che hanno una incidenza totale del 5%.

Le categorie maggiormente penalizzate, continuano ad essere nel tempo, invece, pedoni e ciclisti. Il 2016, si configura come un anno nero per i ciclisti, tornano ad aumentare, infatti, le vittime per gli utenti delle biciclette (+9,6%), mentre diminuiscono sulle due ruote a motore (12,0%) e tra i pedoni (-5,3%), mentre nel 2017 il trend è tornato a crescere.

Emerge chiaramente che il valore millesimale dei sinistri, è identico tra la Provincia di Modena e la Regione Emilia Romagna (3,9/mille), mentre è esattamente il doppio (6,8/mille al quale occorre aggiungere gli interventi di altre forze dell’ordine) per quanto riguarda l’Unione Terre di Castelli, che risulta essere ad oggi un territorio martoriato da sinistri (447 nel 2017 di cui 8% nel tratto via Montanara –S Eusebio) in percentuale superiore alle medie provinciali e regionali, ricordando che la RER è in testa in Italia insieme alla Toscana per numero sinistri.

A ragion di logica ci si sarebbe aspettato una diversa volontà progettuale, almeno simile a quella degli altri due tronchi stradali, oltre ad una inspiegabile attesa dei giudizi dei tribunali amministrativi, al fine di isolare una veicolarità leggera da una pesante, in un asse stradale che purtroppo viene ad essere identificato come estremamente pericoloso.

Le stesse motivazioni dell’assessore regionale Donini, quando ne delinea la funzionalità, fanno trasparire un asse di collegamento importante con l’attività industriale di Sassuolo e l’uscita della A1 Valsamoggia. Sorge anche un forte dubbio, ma è lecito creare l’imbuto su una arteria provinciale dilatando i tempi di attesa, per scelta della provincia, come Lei stessa afferma, nella conferenza dei Servizi del 2017, in funzione delle sentenze amministrative, concorrendo tutti gli enti a fare una variante al progetto dopo 13 anni, imbuto che sappiamo aver creato su quei 4 km un numero di sinistri elevatissimo.

Se a questa mancata realizzazione da 8 anni, associamo il mancato controllo della violazione del codice della strada sui mezzi pesanti che transitano in senso vietato nel tratto Solignano –Cà di Sola da ormai 8 anni, ( 3 controlli /anno, con un transito medio di 1 camion ogni 10 minuti) non esiste forse una responsabilità oggettiva, che va oltre il mancato rispetto del codice della strada?

A questo quesito sarebbe importante dare una risposta.

Ricordiamo che 'la sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato'. E che 'la circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali sulle strade è regolata dalle norme del presente codice e dai provvedimenti emanati in applicazione di esse, nel rispetto delle normative internazionali e comunitarie in materia. Le norme e i provvedimenti attuativi si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi: di ridurre i costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; di migliorare il livello di qualità della vita dei cittadini anche attraverso una razionale utilizzazione del territorio; di migliorare la fluidità della circolazione'.

Roberto Monfredini e Filippo Gianaroli

 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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