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Anche il Comitato Altolà Cave intende intervenire in merito ai nuovi scenari che si aprono per il nostro territorio dopo l’avvio della procedura di liquidazione giudiziale a carico della ditta “Granulati Donnini” (qui l'articolo).
'Siamo ovviamente d’accordo col sindaco (qui) quando dichiara che il nuovo mega frantoio previsto nelle cave di Altolà è un’opera ormai superata che va fermata. Pensiero, più volte ribadito dal nostro Comitato. Ci rammarica però che solo ora, a seguito del possibile fallimento della “Granulati Donnini”, il sindaco prenda in considerazione la necessità di tutelare e salvaguardare la nostra acqua di falda - afferma il Comitato -. Il permesso di costruire del frantoio di via Martiri Artioli risale al lontano 2015 e dopo ben 8 anni le esigenze del nostro territorio sono cambiate'.
'Chiediamo al sindaco di revocare l’autorizzazione alla costruzione del nuovo frantoio dimostrando nei fatti di voler realmente tutelare la nostra acqua di falda che non deve essere né sprecata, né inquinata, tantomeno per scopo industriale. Per il polo estrattivo di Altolà occorre considerare una riqualificazione alternativa, trasformandolo, ad esempio, in un grande sistema di laghi per la raccolta dell’acqua piovana, da riutilizzare, ad esempio, per l’irrigazione agricola - aggiunge il Comutato -. Al contempo i “Laghi di Altolà” potrebbero divenire un’area ricreativa e naturalistica per i residenti della frazione e dei comuni limitrofi. I “Laghi di Altolà” potrebbero rivelarsi, in un’ottica preventiva, un’importante risorsa e una preziosa soluzione per contrastare il problema della siccità che già da tempo preoccupa il nostro territorio. Sono proposte ambiziose ma finalizzate alla salvaguardia di un territorio fino ad oggi fin troppo sfruttato e martoriato. Il Comitato appoggia pienamente i nuovi scenari descritti dal sindaco dopo il possibile fallimento della “Granulati Donnini”. Si spera solo che non si tratti di illusioni. Via i vecchi frantoi, no alla costruzione del nuovo'.
Redazione Pressa
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