Liu Jo: il volley è lo specchio di Modena

Eccellenza s?, ma da portare in trionfo solo quando vince, diversamente è tutto uno schifo signora mia


Modena caput volley, così è se vi pare, se non si vuole guardare il pelo nell’uovo. Uovo che dice che l’attuale Liu-Jo Nordmeccanica è si alla prima finale modenese a 17 anni dall’ultima volta (e ultimo titolo), ma se si guarda al secondo title-sponsor la finale è la quarta in cinque anni, con due titoli conseguiti a Piacenza. Di quella che conosciamo come Liu-Jo è rimasto solo il nome dopo che l’anno scorso la società ha smesso le attività per fondersi con la River Volley Piacenza. Dopo che nel 2013 aveva rifondato la squadra in seguito al fallimento della Universal Volley Modena, già Universal Volley Carpi. Che aveva riportato il volley di vertice a Modena nel 2010 dopo che la storica Volley Modena, vincitrice dell’ultimo scudetto sotto la Ghirlandina, aveva chiuso i battenti nel 2005.
Dopo che, negli anni ’70 aveva preso le redini del volley modenese in rosa.
Sia chiaro, non dispiace affatto che Modena possa avere la possibilità di vincere un altro tricolore sotto rete, dopo quello dello scorso anno in Superlega. Tuttavia è palpabile, persino per chi non vive in città e non conosce il clima del palazzetto, la sensazione da “papa straniero” che si vive con questa versione della Liu-Jo, che non basterà a consolare una stagione tutt’altro che fallimentare, a dispetto dei detrattori, come quella appena conclusa dall’Azimut. Sempre che non si reputi un fallimento essere ripetutamente sconfitti dalla squadra più forte in circolazione.
Se è vero che è nel costume e nelle tradizioni che si vede il reale specchio di una comunità, il volley è lo specchio di Modena: eccellenza sì, ma da portare in trionfo solo quando vince, diversamente è tutto uno schifo signora mia.
E che dire del fatto che non esiste una squadra unica con una versione maschile e femmilie, ma due società diverse con titoli sportivi a rincorrere? Puro Modena-Style, tradizione sì, ma la mia è più tradizione della tua. E meno male che dicono che c’è crisi, che l’unione fa la forza eccetera eccetera. Ma del resto, da una città che festeggia i 40 anni di carriera di Vasco Rossi, ma che si lascia scappare il decennale della morte di Pavarotti (anche se, andare al 2025 può rifarsi col novantesimo anniversario della nascita) ci si aspetta di tutto. A partire dal fatto che non ha memoria d’esser stata, un tempo, una capitale di stato. E gli effetti si vedono, anche nel volley.
Stefano Bonacorsi
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