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Nascere in montagna tra mille peripezie: un ennesimo caso

Cosa sarebbe successo se contemporaneamente un cittadino residente in Appennino avesse avuto bisogno di un intervento urgente?
E' la notte tra il 29 ed il 30 luglio 2020 quando ben 3 mezzi di soccorso del 118, elisoccorso di Bologna compreso, intervengono su un Codice giallo ginecologico ostetrico a Pievepelago (nella foto la piazzola dell'elisoccorso).
Passano più di 50 minuti prima che la donna arrivi in volo al Policlinico di Modena dove, dopo quasi tre ore, darà alla luce la sua creatura.
Il lieto evento ci porta a molteplici considerazioni.
Il momento del parto non dev'essere vissuto con paura ed incertezza, non è una malattia, si fa la valigia, e mamma e papà s'incamminano da soli...
La sicurezza la si deve trovare 'vicino casa' in quell'ospedale che al tempo del Covid è divenuto un punto di riferimento non solo per i montanari, ma per l'intera Provincia ed oltre.
Stringere dunque sul piano di riapertura del punto nascita del Frignano, più volte annunciato dal Presidente della Regione Bonaccini. Un ospedale è un ingranaggio complesso, dove l'assenza di una sola specializzazione può mettere in crisi l'intera organizzazione.
Cosa sarebbe successo se contemporaneamente un cittadino residente in Appennino avesse avuto bisogno di un intervento urgente dell'elisoccorso ad esempio per un problema acuto cardiaco?
Come possiamo pensare di attirare gente concedendo bonus per acquisti immobiliari quando il nostro territorio si spopola per carenza di servizi primari?
Una nuova programmazione Sanitaria mirata ad unreale potenziamento deve guardare anche alle aree più estreme affinché una Casa della Salute come quella di Pievepelago centro di riferimento dell'Alto Frignano, possa avvalersi di strumenti e professionisti salva vita in sede h24, e da qui il rinnovato sollecito ad Asl e sindaci competenti a garantire in tempi stretti la presenza dell'infermiere del 118 nella fascia oraria dalle 8 alle 20, figura spettante per legge da oltre 10 anni, sui tre Comuni di Pievepelago Fiumalbo e Riolunato.
Maria Cristina Bettini (Salviamo l'ospedale di Pavullo)
Passano più di 50 minuti prima che la donna arrivi in volo al Policlinico di Modena dove, dopo quasi tre ore, darà alla luce la sua creatura.
Il lieto evento ci porta a molteplici considerazioni.
Il momento del parto non dev'essere vissuto con paura ed incertezza, non è una malattia, si fa la valigia, e mamma e papà s'incamminano da soli...
La sicurezza la si deve trovare 'vicino casa' in quell'ospedale che al tempo del Covid è divenuto un punto di riferimento non solo per i montanari, ma per l'intera Provincia ed oltre.
Stringere dunque sul piano di riapertura del punto nascita del Frignano, più volte annunciato dal Presidente della Regione Bonaccini. Un ospedale è un ingranaggio complesso, dove l'assenza di una sola specializzazione può mettere in crisi l'intera organizzazione.
Cosa sarebbe successo se contemporaneamente un cittadino residente in Appennino avesse avuto bisogno di un intervento urgente dell'elisoccorso ad esempio per un problema acuto cardiaco?
Come possiamo pensare di attirare gente concedendo bonus per acquisti immobiliari quando il nostro territorio si spopola per carenza di servizi primari?
Una nuova programmazione Sanitaria mirata ad unreale potenziamento deve guardare anche alle aree più estreme affinché una Casa della Salute come quella di Pievepelago centro di riferimento dell'Alto Frignano, possa avvalersi di strumenti e professionisti salva vita in sede h24, e da qui il rinnovato sollecito ad Asl e sindaci competenti a garantire in tempi stretti la presenza dell'infermiere del 118 nella fascia oraria dalle 8 alle 20, figura spettante per legge da oltre 10 anni, sui tre Comuni di Pievepelago Fiumalbo e Riolunato.
Maria Cristina Bettini (Salviamo l'ospedale di Pavullo)

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Redazione La Pressa
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