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Dopo la presa di posizione del Pd della Bassa che incalza il centrodestra a suon di mozioni e ordini del giorno presentati in Unione e in tutti e nove i Comuni dell’area nord tesi ad “accelerare gli investimenti sull’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola” intervengono, sul delicatissimo argomento, alcuni medici del nosocomio. Chiedono l'anonimato, ma snocciolano dati provati e uno scenario complessivo inquietante.
'Entro subito in argomenti riguardanti le realtà poco sanitarie, spacciate per eccellenze, tese a camuffare la lenta e irreversibile agonia sanitaria del nostro nosocomio. Con tutto il rispetto professionale dei colleghi coinvolti le eccellenze insediate nel Santa Maria Bianca e di riferimento dell’intera provincia sarebbero, stando ai dirigenti aziendali, il centro per le “apnee notturne” seguito da alcuni pneumologi dell’area medica e la “citologia urinaria” sorvegliata da alcuni valenti biologi del laboratorio analisi.
Eppure queste parole devono fare i conti con una realtà quotidiana che imporrebbe l’incremento di personale medico, infermieristico e soprattutto più posti letto. Si è annunciato da tempo, ad esempio, prima della campagna elettorale, l’incremento di ben 4 posti letto riservati ai pazienti colpiti da ictus: ebbene quei 4 posti letto sono stati contestualmente sottratti – precisa un medico dirigente sanitario – dal reparto di lungodegenza. Ma vi è di più il nostro ospedale, terminata l’emergenza terremoto, ha certamente ripreso l’attività di prima ma con la “sparizione” di ben 70 posti letto. La verità è che i dirigente Ausl, complice il contesto post sisma, hanno deciso di creare in un unico contenitore, quello del padiglione intitolato al professor “Scarlini”, due aree: quella medica al primo piano e chirurgica al secondo.
Ma c’è un indicatore incontestabile, arcinoto agli specialisti che ogni giorno vivono la realtà ospedaliera del Santa Maria Bianca: le incoerenti molteplicità di ricoveri'.
'La settimana passata, nell’area chirurgica, erano ospitati 22 pazienti 17 in appoggio dal reparto di medicina, 4 di pertinenza ortopedica e 1 di chirurgia. Quindi, come i dati alla mano dimostrano, 17 dei 22 posti letto destinati all’area chirurgica erano e sono occupati da pazienti di spettanza alla medicina. Questo dimostra l’importanza di riavere quei 70 posti letto inopinatamente decurtati dopo il sisma 2012 - spiega ancora il medico che mantiene l'anonimato -. Inoltre questa situazione manifesta la volontà tesa ad eliminare e ridurre l’attività chirurgica limitatamente a quella effettuata in day-hospital'.
E, anche per gli operatori, si concentrano ulteriori preoccupazione per il futuro insediamento dell’Osco (ospedale di comunità) e Casa della Salute che dovrebbero essere realizzati esternamente all’ospedale di Mirandola. L’accorpamento di queste unità all’interno del nosocomio concretizzerebbe il progetto tanto temuto e, ovviamente sempre smentito dall'Ausl, di trasformare l’ospedale in una enorme casa di riposo.
Redazione Pressa
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