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Da circa 10 anni, trascorro la mia estate a Pavullo, nonostante che molti amici mi avessero diffidato dal farlo, perché “è in una buca” ed è caldo come Modena; tutt’altro, quei cinque gradi di temperatura in meno, fanno la differenza! Ovvio, non siamo a Cortina, ma è sufficiente per togliersi dalla calura della pianura.
A Pavullo mi trovo molto bene: ho trovato delle ottime persone, dei buoni servizi senza le lunghe code di Modena, posso non usare l’automobile per gli spostamenti, è vicino a Modena (anche se la nuova Estense è sempre intasata di camion lumaca, ma questo è un altro discorso, oltre che pericolosissima), c’è comunque un ospedale e, d’estate, è animato da molte iniziative sia nel centro che nelle diverse frazioni.
Nei giorni scorsi ci sono stati due avvenimenti che mi hanno colpito ed è proprio di questi che vorrei parlare.
Il primo è stato l’inaugurazione del nuovo tratto del percorso ciclopedonale che fiancheggia l’aeroporto; qui occorre innanzitutto fare un plauso agli imprenditori che si sono presi a loro carico l’onere economico del progetto; al giorno d’oggi, non è certo una cosa frequente, quindi complimenti. Ma qualche osservazione va fatta; in positivo, il percorso è ora fruibile a tutti compreso coloro che hanno difficoltà motorie. In negativo, quella striscia nera in mezzo al verde, non è certo un gran che in un periodo in cui i cambiamenti climatici ci suggeriscono di non coprire con asfalto o cemento i terreni vergini. Inoltre, (e qui scrivo in quanto pedone e ciclista) il fondo più scorrevole consentirà ai ciclisti di procedere più velocemente provocando così inevitabili conflitti con i pedoni, soprattutto i più fragili; a tal proposito, sarebbe opportuna una cartellonistica in cui si invitino i ciclisti a procedere lentamente e con rispetto di chi cammina.
Se poi, in futuro, ci si impegnasse di rimuovere le numerose barriere architettoniche che impediscono ad anziani e disabili di muoversi agevolmente in paese, questo sì che sarebbe un altro bel progetto!
Il secondo è di quelli destinati a destare clamore: si tratta di una dura presa di posizione di padre Sebastiano contro la giunta, a suo dire, totalmente indifferente di fronte al progetto del “Dopo di noi” all’interno dell’ex convento, un progetto che già partiva con sostanziosi contributi sia raccolti da Rock No War, che della FCR di Modena; al Comune si chiedeva solo l’adesione senza oneri. Quello di Francesco e Chiara, come è ben raccontato nel recente libro di Rino Bellori, è un progetto indipendente ed autonomo, ispirato da padre Sebastiano e sostenuto da numerosi volontari; oltre ad offrire un ottimi servizi per gli anziani, offre anche la possibilità di molto posti di lavoro ma, nonostante ciò, non è mai stato nelle grazie delle amministrazioni comunali, neanche in passato.
Ora cosa succederà, dopo che il Comune di Formigine, in pochi giorni, ha dato il proprio consenso all’operazione che a Pavullo sembrava così impossibile?
Franco Fondriest