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San Cesario, crepe a Villa Boschetti, l'appello delle minoranze: 'Le aree inagibili vanno interdette'
La Pressa
Mirco Zanoli e Sabina Piccinini, consiglieri comunali di Rinascita Locale e Nuovo San Cesario, documentano con un sopralluogo i loro timori e chiedono provvedimenti: 'Basta procedere a pezzi e bocconi. Serve un progetto di insieme'

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Un sopralluogo autorizzato da parte dei consiglieri di minoranza a San Cesario Mirco Zanoli (Lista Rinascita Locale) e Sabina Piccinini (Lista nuovo San Cesario), all'interno delle aree ancora inagibili di villa Boschetti, avrebbe mostrato ciò che da tempo gli stessi consiglieri denunciano: preoccupanti crepe sui muri in locali che pur formalmente inagibili sarebbero tutt'altro che interdetti. Non solo nella parte esterna con un porticato sotto al quale transitano le persone, ma anche all'interno nei locali che sarebbero utilizzati come magazzini. Qui merce e attrezzi sarebbero stati portati o comunque mossi da poco tempo. Segno di un loro utilizzo che proprio per il loro stato, non dovrebbe essere possibile. I locali presenterebbero tracce di utilizzo recente, anche solo per magazzini, senza considerare il passaggio dei cittadini, sotto al portico dell'edificio inagibile che affaccia sull'esterno.
Cosa contestata dai consiglieri che con una mozione in Consiglio Comunale hanno chiesto una interdizione evidente di quegli spazi e una verifica sulle condizioni strutturali dell'intero edificio. Mozione bocciata dalla maggioranza. 'Non si spiega come si faccia a bocciare una proposta che va nella direzione di garantire maggiore sicurezza a tutti' - afferma Zanoli. Per la maggioranza consigliare che da alcuni mesi vantava il risultato di avere portato a compimento la ristrutturazione e la riapertura della corte interna della villa come spazio polifunzionale aperto alla città, e che ha bocciato il documento, si tratterebbe di manie di protagonismo da parte dei consiglieri di opposizione e desiderio di esposizione mediatica da parte di chi non avrebbe i titoli tecnici per chiedere e tantomeno per disporre l'interdizione dei locali e decretare una loro reale o meno condizione di pericolo.
'Da un accesso agli atti fatto a marzo mi è stato risposto che le ultime prove di carico sull'edificio ci sono state nel 2008 e avevano decretato le aree inagibili. Poi più nulla, nonostante il sisma del 2012' - specifica Zanoli. Altro problema quello dell'assenza di un progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione dell'edificio. 'Il Comue ha acquistato lo stabile negli anni 80 e distanza di 40 anni quel progetto ancora manca' - ha affermato Sabina Piccinini
Redazione Pressa
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