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La “rivoluzione sanitaria” è arrivata in appennino e non ci sono buone notizie per gli assistiti. Dal 1 febbraio, quindi già da un mese, a Sestola la guardia medica non può più visitare i pazienti che si presentano spontaneamente in ambulatorio. Il dottore di turno può quindi essere solo contattato telefonicamente al numero verde e, in base alla gravità della situazione, sceglierà se andare eventualmente a domicilio. Ma non è tutto: dal 1 marzo, cioè da ieri, nel CAU di Fanano il medico presente nella struttura non potrà più uscire in supporto dei casi di emergenza-urgenza in tutto il territorio di Fanano, Sestola e Montecreto.
Questo per effetto della legge regionale che prevede che il medico debba restare in presidio h24, nella struttura dedicata all'assistenza-urgenza nei casi di bassa complessità. Per tutto il resto non c'è Mastercard ma il dover attendere, nei casi di emergenza-urgenza, l'auto medica da Pavullo o da Vignola oppure l'elisoccorso.
La politica mostra il suo sdegno, dopo che, sia in ambito di trasformazione del punto di primo intevento in CAU, sia in diverse riunioni con i responsabili dell'assistenza sanitaria, le varie amministrazioni erano state rassicurate circa i cambiamenti in corso. Nel caso di Sestola, come denunciato dal vice sindaco con delega ai servizi sanitari Marco Bonucchi, il cambiamento è avvenuto senza nessun avviso. Lo stesso è avvenuto a Fanano, dove il sindaco Stefano Muzzarelli in un primo tempo era stato chiamato a rassicurare la cittadinanza che sul territorio non sarebbe cambiato nulla, per poi ritrovarsi d'improvviso senza il medico per le uscite assistenziali.
Le ricadute sul territorio sono notevoli e preoccupano da un lato per i risvolti che ci possono essere sul mercato turistico, e dall'altro perché la popolazione è mediamente anziana e non abituata ad avere a che fare con call center, oltre che a risentirne è anche la copertura di un territorio vasto, e molto spesso con zone difficilmente accessibili.
E' proprio partendo dalla complessità del territorio e le variazioni delle tipologie di assistenza, che il consigliere regionale di Rete Civica Progetto Emilia Romagna Simone Pelloni, è intervenuto sulla questione dell'assistenza notturna nel comune di Montese. Se prima infatti il territorio montesino godeva di una copertura notturna dalle 20 alle 8 e h24 nei prefestivi e festivi, oggi ha il servizio pressoché dimezzato con una figura in coabitazione col comune di Zocca, e con la previsione che il servizio di assistenza con infermieri del 118 subisca una riduzione di 10 ore rispetto al servizio h24 attuale.
L'Ausl, dal canto suo, non ha fatto attendere le risposte: nel caso di Montese, ha ribadito che a suo tempo nella conferenza territoriale sociale e sanitari, dallo scorso luglio è stato avviato un servizio a “scacchiera” insieme al comune di Zocca. Tale strategia è stata adottata per anche in altri territori appenninici e consente di assicurare ai cittadini di comuni limitrofi un'assistenza continuativa mediata dal medico di continuità assistenziale che risponde a un numero unico provinciale e consente al paziente di recarsi nell'ambulatorio più vicino qualora necessiti di essere visitato. Inoltre, sempre l'Ausl ha sottolineato come le Aziende sanitarie di Modena e Bologna, tramite i distretti di Vignola e dell'appennino Bolognese stiano lavorando a un progetto di crinale volto a potenziare l'assistenza ai cittadini di entrambi i territori.
Per quanto concerne il CAU di Fanano invece l'Ausl dichiara che sta lavorando per trovare una nuova soluzione organizzativa per integrare nel modo più appropriato le figure professionali impiegate nell'emergenza urgenza sui codici rossi, e quelle da impiegare nei casi di bassa intensità. Ha inoltre annunciato la progettazione di un modello innovativo di assistenza sanitaria alle aree montane che rafforzerebbe la risposta sul territorio e sarebbe basato sulla valorizzazione dell'assistenza primaria come i medici di medicina generale e di continuità assistenziale.
Intanto però il caso di Fanano arriva in provincia tramite un'interrogazione dei consiglieri Antonio Platis e Paola Pasquali i quali accusano che il passaggio da punto di primo intervento a CAU era stato classificato come “indolore” e invece rischia di essere traumatico per la sanità in montagna. Il paradosso, denunciano, è che l'auto medica appena donata dalla fondazione Banco San Geminiano e San Prospero non servirà più per il supporto alla rete del 118 ma solo all'assistenza domiciliare. Nell'interrogazione i due consiglieri chiedono anche delucidazioni circa il tempo di intervento dei mezzi di soccorso in alto Frignano, per verificarne l'effettiva corrispondenza agli standard regionali in una media massima di 18 minuti; e la riorganizzazione delle guardie mediche come nel caso di Sestola.
E alle proteste relative al caso di Sestola, si è unito anche il consigliere di opposizione in consiglio comunale Gionata Magnani oltre ai rappresentanti dell'associazione di promozione turistica “Sestola MillEventi” e l'associazione degli albergatori “Cimone Holidays”.
Stefano Bonacorsi
Stefano Bonacorsi
Modenese nel senso di montanaro, laureato in giurisprudenza, imprenditore artigiano, corrispondente, blogger e, più raramente, performer. Di fede cristiana, mi piace dire che sono .. Continua >>