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'E’ forse lo scarico più contestato di tutto il Fiume Panaro e, non a caso, la stessa Arpae-Struttura Autorizzazioni e Concessioni di Modena a novembre 2017 ne ha prescritto la chiusura, per convogliarlo nel sistema fognario di Spilamberto. E’ lo scarico delle acque reflue del depuratore della ditta Far Pro di Spilamberto, presso il quale, nel letto in magra del Fiume, la scorsa estate il Gruppo Consiliare Nuovo San Cesario riscontrò la presenza di chiazze di colore rosso-marrone fortemente maleodoranti, con odore di liquido ematico, letali per i pochi pesci rimasti. Le analisi di un campione d’acqua prelevato in zona, misero in evidenza una concentrazione di nitrati superiore ai limiti di legge. Lo stesso problema venne riscontrato nell’ottobre 2010 durante un percorso di educazione ambientale, da una scolaresca dell’Istituto Pacinotti di San Cesario, al punto che gli stessi ragazzi, preoccupati, allertarono la Polizia Municipale.
A distanza di tanti anni, nulla è cambiato'.
A parlare sono i consiglieri Sabina Piccinini della Lista Civica Nuovo San Cesario, Fiorella Anderlini del Movimento 5 Stelle Spilamberto e Claudio Ori del Movimento 5 Stelle Spilamberto
'Nella determinazione dirigenziale del 22 novembre 2017 Arpae-SAC riferisce espressamente come la ditta sia tenuta a realizzare l’allacciamento dello scarico alla fognatura comunale, quando quest’ultima risulti realizzata e disponibile. La rete fognaria è attualmente presente e funzionante nella vicina via Macchioni ad una distanza di neppure 400 metri dall’incrocio con via Ghiarole, rispetto al quale la ditta FAR-PRO dista poco più di 500 metri. La fognatura comunale, disponibile per l’immissione delle acque attualmente scaricate in Fiume, da almeno tre anni a questa parte è dunque realizzata e disponibile.
Per quale ragione non è stato realizzato quanto prescritto da Arpae-SAC? La ditta ha almeno richiesto ad Arpae-SAC l’autorizzazione alla realizzazione dell’allacciamento alla fognatura? Tale possibilità di convogliare le acque reflue dal depuratore aziendale a quello Comunale, permetterebbe, forse, di eliminare una volta per tutte il problema della proliferazione algale nei periodi di magra del letto del fiume - continua i consiglieri - Si consideri a riguardo quanto riferito testualmente dalla dottoressa Ori, Dirigente Arpae del distretto di Vignola, nella lettera inviata la scorsa estate in risposta ad una segnalazione del Gruppo Consiliare Lista Civica Nuovo San Cesario, “Dato il prolungato periodo di elevate temperature di questa estate, nella zona a cui si riferiscono le foto è presente solo l’acqua scaricata dalla ditta, che per il caldo è soggetta a forte evaporazione, così arricchendosi di nutritivi che provocano accrescimenti algali, che al termine del proprio ciclo vitale si degradano, formando chiazze colorate tanto evidenti”. Si tenga presente che poco più a valle il fiume alimenta le falde: chi può escludere che l'acqua del Panaro si mescoli con quella da cui pescano i pozzi HERA che alimentano gli acquedotti di San Cesario, di Modena, Castelnuovo e Castelvetro?'
'Riportiamo a riguardo uno stralcio delll’Autorizzazione Integrata Ambientale della ditta Crown Aerosols Italia SRL con sede in via Ghiarole n. 52 a Spilamberto, quindi prossima alla Far Pro Modena. Al paragrafo “Idrografia profonda e vulnerabilità dell’acquifero” si legge testualmente: “Per quanto riguarda i rapporti falda-fiume a livello del comune di Spilamberto, si osserva un rapporto diretto tra i due, dove il fiume alimenta la falda acquifera, mentre i tratti immediatamente a monte e a valle risultano drenanti. Dalla carta della vulnerabilità all’inquinamento dell’acquifero principale della Provincia di Modena, il territorio circostante l’azienda, presenta un grado di vulnerabilità elevato essendo posta in una porzione di territorio in fregio al fiume Panaro”. Si consideri infine quanto riportato nel Report di Arpae “La qualità delle acque sotterranee in provincia di Modena – anno 2016”: “Nel corpo centrale delle conoidi la prima falda e generalmente separata dalla superficie e da quella piu profonda da un alternanza di depositi a granulometria fine quali argille, limi e sabbie fini. (…) Gli acquitardi comunque, anche se spessi 20-25 metri, non riescono ad assicurare una totale protezione dall’inquinamento antropico, ma solo una parziale attenuazione, anche in relazione alla grande densità dei pozzi che favorisce la interconnessione delle falde. In questa area, pur gravata da numerosi e rilevanti centri di pericolo causa l’elevata pressione antropica, stante l’elevato spessore degli acquiferi e la naturale protezione, sono localizzati i maggiori e strategici prelievi di acque sotterranee dell’intera provincia”. Per quel che ci riguarda, non possiamo assolutamente escludere che l'acqua del Panaro si mescoli con quella da cui pescano i pozzi HERA che alimentano gli acquedotti di San Cesario, di Modena, Castelnuovo e Castelvetro - chiudono i tre consiglieri -. Ciò premesso chiediamo si proceda quanto prima all’allacciamento dello scarico delle acque trattate nel depuratore aziendale alla fognatura comunale di via Macchioni con recapito finale al depuratore comunale. Quanto sopra in ottemperanza alle prescrizioni contenute nella Determinazione dirigenziale di Arpae-SAC del 22 novembre 2017, ritenendo debbano essere messe in atto tutte le necessarie procedure di prevenzione e precauzione per salvaguardare il nostro Fiume dell'esposizione a possibili agenti inquinanti che possano avere ripercussioni sulla salute umana'.