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Ho un conoscente che si diverte (contento lui) ad andare a leggere gli atti del Comune di Modena per capire meglio come vengono spesi i soldi pubblici.
La lettura del comunicato stampa del Comune in merito all'acquisto degli arredi del Caffè Concerto lo ha incuriosito al punto di cercare i relativi atti. E' convinto che l'intera operazione abbia delle evidenti criticità in una nota che mi ha inviato con preghiera di inoltrare ai quotidiani locali. Avrei preferito che fosse stato lui ad inviarla, ma, pur sollecitato a farlo, ha declinato il mio invito per motivi professionali. Tenuto conto che le sue osservazioni mi sembrano interessanti e degne di essere rese pubbliche, mi sono reso disponibile a interpretare il ruolo di messaggero...
Ricostruiamo la vicenda:
- 09/11/2001: il Comune concede i locali a Rossomodena srl per otto anni con obbligo del gestore di installare arredi e attrezzature;
- 14/10/2009: rinnovo concessione per ulteriori otto anni (fino al 28/09/2017) a favore di RSM srl, società subentrata a Rossomodena srl a seguito di affitto di ramo d'azienda;
- successivamente RSM srl affitta la propria azienda (cioè quella che aveva preso in affitto da Rossomodena srl) a Modenafood srl, subentrata nei rapporti nei confronti del Comune di Modena;
- 28/09/2017: scadenza concessione. Modena Food srl non libera i locali e risulta debitrice nei confronti del Comune per euro 275.750,57 per 'spese di utenza' relative al periodo 2013 - 2017;
E' tutto riscontrabile nel verbale di transazione firmato il 28/11/2017 dall'arch. Palmieri, funzionario del Patrimonio del Comune di Modena, e il sig. Matteo De Pietri, procuratore della Modena Food srl.
La transazione stabilisce che Modena Food srl 'acconsente che il Comune le addebiti la somma di euro 275.
750,57' e il Comune accetti l'estinzione del proprio credito di pari importo non in denaro ma in natura, attraverso la cessione di arredi e attrezzature del bar, il cui valore viene stimato in euro 327.000 (IVA esclusa) dal geometra Luigi Parrillo 'consulente del Tribunale di Modena', all'uopo incaricato dallo stesso Comune.
Giova evidenziare che l'etichetta di 'consulente del Tribunale' - a prima vista indicativa di una sorta di ufficialità di tutta la vicenda - nulla c'entra col mercanteggiamento in questione, essendo il geometra Parrillo pagato dal Comune di Modena (euro 5.449,50 vedasi determina dirigenziale n. 1388 del 03/08/2017) e non essendo Modena Food sottoposta ad alcuna procedura concorsuale, che giustificherebbe una perizia disposta dal Tribunale.
Nella transazione si dà atto che, stante il rilevante valore di stima delle masserizie, ben superiore al credito vantato dallo stesso Comune, Modena Food avrà diritto a rimanere nei locali oltre il termine di scadenza della precedente concessione, e quindi fino al 23 aprile 2018 e, volendo, anche fino al 23 settembre 2018, contro pagamento di un canone mensile di circa 7.758,66 euro più spese per le utenze.
Sorgono evidenti alcune semplici considerazioni:
1. nel bilancio al 31/12/2016 di Modena Food srl risultano immobilizzazioni materiali per euro 137 mila, voce comprendente attrezzature e arredi. Posto che - come recita l'accordo transattivo tra privato e Comune - trattasi di arredi 'come da layout esistente, già realizzato come da autorizzazione rilasciata a suo tempo dalla Soprintendenza' si tratta degli stessi arredi che il geometra Parrillo valuta 327.000,00 euro al netto dell'IVA. Delle due l'una:
- o il bilancio sottostima l'attivo, e quindi la capacità patrimoniale della Modena Food è ben maggiore di quella ipotizzata dal Comune nel rinunziare al proprio credito; oppure la valutazione del geom. Parrillo (geometra, appunto) è un tantino ottimistica;
2. nello stesso bilancio si può osservare che Modena Food srl è una società che funziona piuttosto bene: fattura 2,7 milioni, ha pochissimi debiti con banche e fisco, paga stipendi e contributi per circa 800 mila euro e chiude il bilancio in pareggio dopo aver pagato imposte sul reddito in misura pari allo 0,60% del fatturato (la percentuale è corretta). Gli unici che avanzano soldi da Modena Food sono i fornitori, tra cui - appunto - il Comune di Modena;
3. ed è ancora più interessante osservare che, grazie alla transazione firmata col Comune, dal bilancio di Modena Food spariranno attività per massimi 137 mila euro e passività per 275 mila euro, così generando una bella plusvalenza di almeno 138 mila euro;
4. nei vari passaggi di azienda il Comune ha verificato che le nuove controparti garantissero almeno gli stessi standard di affidabilità? Ha richiesto delle garanzie? E' noto che in caso di affitto d'azienda comprendente un immobile goduto in locazione il locatore può opporsi alla cessione del contratto 'per gravi motivi e, nel caso non abbia liberato il cedente, mantiene la facoltà di agire contro quest'ultimo nel caso in cui il cessionario non adempia alle obbligazioni assunte (Cassazione n. 23111/2015). Cosa è stato fatto per tutelare gli interessi dell'ente pubblico?
5. dall'atto di transazione risulta che le inadempienze di Modena Food iniziano nel 2013, cioè cinque anni fa: cosa ha fatto il Comune nel frattempo per riavere i propri soldi? Appare quantomeno surreale quanto scritto al primo punto della transazione dove si legge che 'Modena Food srl acconsente che il Comune di Modena le addebiti la somma di € 275.750,57': perché a Piazza Grande hanno aspettato oltre quattro anni per chiedere il rimborso delle prime bollette?
Insomma, tutta questa vicenda trasuda opacità e, nella migliore delle ipotesi, pressapochismo e approssimazione. Un po' il remake di quanto visto di recente sugli schermi del Braglia.
Sarebbe ora che chi amministra soldi pubblici inizi a rendere conto ai cittadini dei propri risultati, nel caso specifico a dir poco imbarazzanti.
Dante Mazzi