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Caro direttore,
apprezzo grandemente, e credo come me quasi tutti i suoi lettori, il fatto che il Suo giornale abbia fatto la scelta di tenere acceso il faro sui terrificanti fatti di Bibbiano. Sono cose impossibili da dimenticare e spesso persino da sopportare a partire dall’idea-stessa. Non oso pensare il supplizio infinito di quei genitori che si sono visti strappare dal grembo il loro “tutto”… Tutti abbiamo dei figli e tutti non osiamo immaginarcelo.
Purtroppo la malattia, il disagio mentale, la follia, è sempre stato un oggetto sconosciuto grazie anche alle molteplici facce che può assumere. Così, molto utile si è spesso rivelata per i ciarlatani la difficoltà dei soggetti di riuscire ad esprimersi. Ecco perché cattivi medici, supposti-tali, fanfaroni e non-meglio-identificati specialisti (che pullulano ancora al giorno d’oggi) hanno avuto facile gioco nell'annullare questi poveri tentativi, invece di raccoglierli quasi religiosamente e di analizzarli con grandissima delicatezza.
Non intendo tornare sul famigerato dott. Cesare Lombroso, (che non esitava a qualificare come pazzo e ad internare a vita chi appena appena aveva dei tratti somatici inusuali), ma non si può dimenticare l’autentico inferno infinito che la Legge Basaglia ha tentato di far terminare. Sì, perché l’anormalità mentale (ma quali sono esattamente i canoni della normalità?), il disagio mentale è sempre stato strumentalizzato, fino a diventare l’anticamera di un girone infernale molto redditizio.
Possiamo forse dimenticare i 400 mila senza nome (a partire dal Hôpital des fous di Cadillac in Francia, e via via in tutti gli ospedali psichiatrici francesi e in quelli di tutta l’Europa occupata dal Führer) lasciati morire di fame nel chiuso delle loro celle buie e fredde dal dittatore tedesco, a corto ormai di risorse alimentari per i suoi soldati? C'è stato un libro edito da una piccola casa torinese intitolato 'Una perfezione manicomiale' che porta in copertina una testa di donna, bellissima, pur nella sua espressione drammatica di infinito dolore, il lungo collo e i capelli all'insù: la bellezza.
Si tratta di una testa monca e imbalsamata di una 'folle' (o giudicata tale, non si sa con quale rigorosità scientifica) che troneggia nello studio di uno dei tanti 'medici' che si sono arroccati l'arbitrio di decidere della vita degli infelici incapaci di difendersi. Sullo sfondo di quello studio-laboratorio, una lunga fila di vasi di vetro pieni di formalina in cui sono immersi a mo' di bibelot altri trofei fatti passare per referti. Ancora oggi questo mistero, a cui a molti fa molto comodo, questa non-conoscenza ben strumentalizzata dalla politica e lautissimamente ricompensata pur di far togliere l'incomodo del problema che rappresenta, fa la fortuna di un’infinità di ciarlatani, stregoni moderni fintamente dotti, e la sfortuna definitiva e inappellabile di chi ha avuto la sventura di entrare nel labirinto senza uscita della spirale della “non-normalità” mentale, anche se solo indotta o sospettata, dietro cui si cela il più delle volte un orrore cinico e profondamente interessato.
Ma voglio concludere costruttivamente, preconizzando alcune misure, di puro buon senso, che servono ad evitare altri casi come quello di Bibbiano:
• Accertare la professionalità degli specialisti interpellati attraverso una commissione medica altamente specializzata.
• Consentire l’erogazione delle prestazioni mediche e delle misure cautelative solo se strettamente necessario.
• Attuare un ferreo controllo dei rimborsi medici.
• Allineare il costo di detti servizi ai prezzi di mercato.
E soprattutto:
• Ridurre a semplice parere il responso delle figure incaricate dell'assistenza sociale.
• Verificare quindi detti responsi con prove concrete: registrazioni audio-video e osservazione in tempo reale attraverso specchio unidirezionale da parte di una commissione medico-legale.
Infine, vorrei tanto poter aggiungere: infliggere pene severissime irriducibili da sconti di pena a chi commette o concorre a commettere questi crimini.
Vittorio Cajò
