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Ciao bimba del futuro, ho trent’anni più di te e in questa lettera che ti scrivo, ti chiamerò Futura, come la canzone di Lucio Dalla che ascoltavo da bambina. Cara Futura, è un giorno importante per la città e il quartiere dove forse un giorno crescerai. E' il giorno dell’esito della conferenza dei servizi per il polo logistico Conad. Nella città dove forse vivrai, vedrai tante cose belle, come la Ghirlandina, il Duomo o Piazza Grande; potrai giocare al parco Ferrari e ti farò vedere, tra tutti, l’albero che abbiamo piantato per il mio papà; se ti piace, imparerai a giocare a briscola o a “ruba mazzo”; magari, mangerai tanti tortellini, bensone e altre cose che un buon modenese può apprezzare. Se sarai fortunata, cara Futura, vivrai in una città più bella, efficientemente moderna, attenta alle energie rinnovabili e ai cambiamenti climatici e chissà, una città meno inquinata di oggi.
Io Futura già lo vedo il tuo futuro e voglio combattere per regalartelo. Voglio una amministrazione che curi la tua qualità della vita a prescindere dalla famiglia da cui tu provenga; voglio una città più verde dove tu possa correre o studiare su un prato con gli amici; voglio meno trasporto su gomma così che tu possa respirare anche se sei in città; voglio vederti ridere in biciletta, mentre torni a casa da scuola, su una pista ciclabile vera, non ritagliata da carreggiate della strada; voglio una Modena senza magazzini verticali in modo che tu possa apprezzare di più la bellezza della tua città piuttosto che l’industria; voglio vederti leggere e studiare e rispondere con coraggio a quelle persone dispotiche che, un domani, vorranno a tutti i costi importi le loro decisioni; voglio insegnarti la solidarietà perché “Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Ricordati Futura, che dovrai sempre combattere per te ma anche per gli altri. Io nel mio piccolo sto cercando di fare la differenza ora. Ti prometto che mi farò valere e “aspettiamo senza avere paura”.
Chiara
Redazione Pressa
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