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Presidente Conte, Lei da oggi mi dice che non devo fare altro se non quello che mi è stato ordinato dal 9 marzo 2020 fino al 3 maggio 2020.
Lei Presidente e i suoi collaboratori non avete incluso nelle vostre ordinanze le persone come me che non hanno i famigliari in Italia, di conseguenza da oggi devono restare comunque in casa obbligatoriamente. Quindi Presidente, se non posso nemmeno uscire è inutile che spiego il seguito psicologico e materiale devastante che la Vostra decisione mi obbliga a vivere.
“Nessuno verrà lasciato solo”. Sono le sue testuali parole Presidente, peccato che in realtà siamo soli più che mai in questo periodo, senza lavoro, senza le entrate economiche, senza i legami affettivi che colmavano in qualche modo il vuoto che le ordinanze creavano.
Gentile Presidente Conte, con le Task Force e le basi scientifiche di cui si parla tanto, io:
- non pago l’affitto
- non pago le bollette
- non faccio la spesa alimentare
Ho elencato la sopravvivenza.
Lei Presidente, sa che in Italia, la “dignità” di un cittadino viene “regalata” e pesantemente rinfacciata, all’esorbitante somma di 370 euro? 370 euro, carichi di obblighi (decreto-legge 28 gennaio 2019, n.4), di cui 238 euro rappresentano parte del canone d’affitto mensile; con il restante 132,00 bisogna respirare 30/31 giorni, sostenere la spesa alimentare, le bollette, gli eventuali spostamenti, eventuali spese ”impreviste”.
La legge non ammette ignoranza, va applicata e funziona… peccato che non è uguale per tutti! Oggi Presidente Conte invece è lei che decide che devo continuare a stare in casa, che tutto questo è stato scelto per la mia salute, per il mio bene, per la mia sicurezza, per il mio futuro. Non faccio politica e non appartengo a nessun “colore”.
Non ho bisogno che qualcuno mi insegni cosa dire e come fare, mi ha insegnato la vita a tener gli occhi aperti e soprattutto ad usare il mio di cervello.
Presidente, Lei ha chiesto a qualcuno di “mettersi una mano sulla coscienza”… Una mano sulla coscienza la devono mettere tutti! 'Andrà tutto bene' e 'insieme ce la faremo' sono dei “slogan motivazionali” che nella vita reale non funzionano.
Ma di cosa parlo? In realtà per Lei e per i suoi collaboratori quelli come me non esistono.
Elena Boac