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Gentile candidato unico e poi neo risegretario dott. Bortolamasi,
dal momento che lei tiene la porta aperta ne approfitto per farle arrivare un paio di informazioni. La prima riguarda il lavoro dei comitati, che sfortunatamente non si costituiscono per farle comodo, ma proprio perché tra lei e loro c'è qualche problema. Per cui può capitare che i comitati si impiccino di urbanistica, anche se la cosa la insospettisce e anche se per lei dovrebbero occuparsi solo del parchetto, se non altro perché poi li possiate accusare di badare solo al parchetto. Ma lei lo dice con il candore di Forrest Gump: cosa c'entra il comitato con un problema politico, oltretutto regionale? Poi apre quella sua benedetta porta e ci invita a entrare, ma su quale terreno dovrebbe avvenire il nostro confronto? Ecco, probabilmente non si rende nemmeno conto di quanto sia insolente il suo atteggiamento, con quella porta che rimane aperta solo perché si sappia in giro che il neo risegretario cittadino cerca il dialogo.
Tanto più che mi tocca darle una notizia: lei in ascolto deve starci da contratto, è un dirigente del partito di maggioranza, non ce lo fate presente ogni mezza giornata che siete disposti ad ascoltare il prossimo. In una vasta letteratura che un qualunque risegretario dovrebbe conoscere a menadito, lo sa come si chiama quando un politico fa il disponibile ma senza mettere realmente in gioco le politiche, perché tanto lui ha i voti? Si chiama 'populismo autoritario'. Perché vede, mi sembra evidente che io e lei stiamo già parlando, che il comitato pubblica dei comunicati e che lei rilascia delle interviste, cioè che il confronto sia già effettivo, se davvero le preme.
Certo, avviene sui giornali e nella discussione pubblica, senza bisogno di disintermediare tutto nel suo ufficio, ed è giusto che avvenga così, che ciascuno faccia il proprio mestiere: i comitati fanno i comitati, la giunta fa la giunta, il consiglio comunale fa il consiglio comunale, i giornali fanno i giornali, i risegretari fanno i risegretari e la città discute. È così che si affrontano pubblicamente i problemi, mettendo in circolazione proposte, critiche e informazioni e favorendo degli indirizzi. Ed eccoci arrivati al punto, perché poi a farmi bollire l'acqua è la constatazione di quanto lei non abbia le idee chiare solo in merito ai comitati, ma anche sui movimenti, che a quanto ne dice starebbero 'cavalcando' la protesta. Tra parentesi: lei è un grande risegretario, si tenga un po' su, non adoperi delle formule tanto lesse e impersonali come 'cavalcare la protesta', quello è il frasario con cui spistolano i liceali quando sognano di diventare dei politici o dei giornalisti, lei vale di più. Ma il problema non sono le parole, il punto è che proprio da movimentista (vicino ma non organico a Rifondazione, glielo dico perché non mi vada in fotta da scoop), io stesso aderisco al lavoro di questo comitato eppure non cavalco un bel niente. Perché i movimenti, a meno che non li voglia come piacciono a lei, proprio come vuole i comitati, fanno esattamente questo: stanno nei processi, dentro alle cose che succedono, elaborano proposte e conoscenza, sostengono campagne e altri movimenti, esercitano pressione e magari arrivano anche a formare una lista civica, nonostante a lei per qualche ragione puzzi di merda. Per cui mi dia retta, non perda tempo a cercare di mettere in una cattiva luce chi critica il suo partito, altrimenti si vede da Reggio che teme il confronto delle idee, se ha tanto bisogno di screditare chi le sostiene. E visto che siamo ai consigli: approfitti della porta aperta e apra anche le finestre, che circoli un po' l'aria.
Cordiali saluti,
Pierpaolo
Ps. Adesso sarebbe ridicolo che dopo tutto quello che le ho scritto mi permettessi di insegnarle il mestiere, ma se dà un'occhiata ai giornali di questa mattina, oltre alla sua bella intervista troverà i soci della Terra dei Padri che fanno i soci della Terra dei Padri: mi sembrava giusto che un neo risegretario ne fosse informato.