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Lettera aperta al Sindaco di Modena.
'Le recenti dichiarazioni pubbliche da Lei fatte, direttamente ovvero indirettamente, all’indirizzo di noi
residenti del Rione Sacca, impongono dei chiarimenti.
Anziché ascoltare i cittadini Lei ha preferito, in una intervista alla stampa, denigrarli accusandoli, tra l’altro, di avere un “pregiudizio culturale” nei confronti della comunità musulmana, dimenticando che la Sacca è l’unico rione di Modena che, da anni, ospita un Centro Culturale e Religioso Islamico e vi convive pacificamente.
Noi siamo gente aperta e di cultura qui alla Sacca, signor Sindaco, ed anche schietta e trasparente. Non abbiamo alcun bisogno di ammantare con falsità le nostre vere idee e proposte. Ma come
si permette! Accusa noi di essere prevenuti nei confronti di una cultura e di una fede diverse e, poi, esprime pregiudizi nei nostri confronti.
Come se tutto ciò non bastasse, quando una nostra rappresentanza ha chiesto di raccontare il proprio
punto di vista su alcuni progetti ed esprimere anch’essa a chi governa questa città, lo stato di degrado, incuria, abbandono, insicurezza del nostro Rione, malgrado anni di richieste trascurate e di promesse non mantenute e dopo il rifiuto di un assessore a riceverla, per poterlo fare ed alla fine incontrare almeno il Suo Capo di Gabinetto, ha dovuto ricorrere allo Statuto Comunale, ex art. 11, comma 3, con elenco a petizione di 30 cittadini.
Questo a rappresentare la sua apertura all’ascolto dei cittadini che dovrebbe avvenire a prescindere.
Lei, intanto, probabilmente colto di sorpresa, dunque contrariato, per il crescente malcontento di tutto il Rione Sacca verso l’agire Suo e della Sua Giunta, ha proseguito con una campagna di delegittimazione dei cittadini dissenzienti, colpevoli di lesa maestà, arrivando persino a procurare un vero e proprio allarme sociale attraverso dichiarazioni pubbliche che denunciavano un attacco personale, addirittura una intimidazione alla sua famiglia! Proprio Lei in tale circostanza, ignorando volutamente l’assunzione pubblica di responsabilità e le spiegazioni del gesto di protesta da Lei non gradito da parte del suo autore, dichiarava che si era superato il limite e che aveva sporto denuncia alla Polizia Locale ed alle forze dell'ordine.
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Allora, stando così le cose, ci permettiamo di osservare che proprio Lei, così facendo, potrebbe aver violato l’art. 658 del Codice Penale sul “procurato allarme”. Le suggeriamo pertanto di dimostrare quello che ha sostenuto, e cioè che la scritta “No 720 TIR” era una minaccia diretta a Lei ed alla sua famiglia, un atto intimidatorio, oppure di ammettere pubblicamente che ad avere “superato il limite” è stato Lei. Cosa dire poi dello zelo con cui, curiosa coincidenza, lo stesso giorno delle Sue dichiarazioni pubbliche, è stato chiesto ad alcuni residenti di rimuovere i cartelli di protesta al progetto Conad, col pretesto del Codice stradale? L’art. 23 del Codice della Strada è riferito alla “pubblicità”, ed allora spieghi, se ci riesce, cosa si pubblicizza con la scritta “an sam menga una saca ed rusc!”. Prendiamo atto che per la Sua Amministrazione il diritto di tutti di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione sancito dall’art. 21 della Costituzione è opinabile quando non esercitato da Lei e dai suoi sostenitori. Dica: questo ha che fare col Suo concetto di Democrazia?
Il Suo errore più grande, noi riteniamo, è stato sottovalutare noi residenti, professionisti, impiegati, operai, esercenti e pensionati e poi casalinghi e casalinghe, benestanti e malestanti, insomma, cittadine e cittadini, tutta gente per bene checchè lei ne dica e che non sta facendo campagna politica, ragion per cui non andrebbe trattata da nemico: infatti, l’ultimo mancato confronto del 2 marzo scorso, è l’ennesima dimostrazione della scarsa considerazione che Lei ha di noi abitanti del Rione, organizzando una assemblea pubblica in un luogo inadatto alla partecipazione che si doveva prevedere numerosa in considerazione della importante campagna di informazione e denuncia promossa dai residenti sugli organi di stampa locali. Ma gli abitanti della Sacca non si sono fatti intimidire dalle Sue accuse ed alla assemblea pubblica del 2 marzo scorso hanno partecipato in massa, con la determinazione di farglielo bene intendere. Risultato: assemblea sospesa.
Pertanto, in vista della prossima assemblea convocata per il 9 marzo p.v., La invitiamo a rispettarci e ad evitare atteggiamenti ostruzionistici o demagogici: risparmi agli astanti la claque di estranei al Rione e dipendenti comunali in divisa o le Sue sentenze sbraitate, come “l’impresa ha diritto di fare quello che vuole”. Lo sa pure Lei che anche le persone giuridiche devono rispettare le Leggi e la Costituzione, che all’articolo 41 recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Investimenti per 600 milioni di euro “non saranno caramelle”, ma rischiano di diventare bocconi avvelenati che Lei, cocciutamente determinato a “tirare dritto”, pretende di propinare ad una intera comunità.
Si ricordi di essere il Sindaco di una città il cui compito è quello di curare il bene e l’interesse di tutti. Agisca e si rappresenti di conseguenza. Risponda in modo trasparente alle nostre osservazioni entrando nel merito.
Anche perchè vede, Sig. Sindaco, un amministratore coscienzioso dovrebbe accogliere di buon grado le critiche e valutarle prima di agire.
Pro Rione Sacca
C.P.