Cassonetti Hera Bastiglia e Bomporto: la follia del controllo totale
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Cassonetti Hera Bastiglia e Bomporto: la follia del controllo totale

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Ma davvero la soluzione è spingere i cittadini ad essere monitorati pure per il pattume e a pagare bollette sempre più alte per un servizio insufficiente?


Cassonetti Hera Bastiglia e Bomporto: la follia del controllo totale
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Cassonetti smart e tesserine di compagnia bella (di Comuni ed Hera) anche a Bomporto.
Ci risiamo... Altro cambio altro “regalo” fatto come sempre sotto al naso ai cittadini.
Mi chiedo come siamo arrivati a pensare che questo sistema di raccolta e gestione sia davvero ciò che vogliono le persone. A me pare che ci venga con accordi e regolamenti vari, totalmente imposto e che ne pagheremo le conseguenze senza accorgercene e che piano piano si restringerà il cerchio sempre di più come un cappio al collo.

Mi domando se sia corretto che il Comune, che dovrebbe occuparsi della gestione dei rifiuti e pulizia, in quanto servizio pubblico e sottolineo “servizio pubblico” senza finalità di lucro, abbia dato la gestione totale al monopolista Hera spa e ha praticamente obbligato i cittadini a fare (consapevolmente?) un contratto individuale/privato direttamente con Hera che svolge un servizio di puro guadagno, quindi fatturando direttamente al cittadino la cosiddetta tcp (tariffa corrispettiva puntuale) applicandoci pure l’Iva e aumentando i costi in base alle loro manovre (ricordiamo che Hera è una spa quotata in borsa e risulta sulla sua pagina, che 111 Comuni ne detengono delle quote) non ci sarà mica un conflitto di interessi? Anni fa si pagava la Tari, un estratto conto con allegato un f24 inviata tramite Hera per conto del Comune che incassava il tributo senza Iva e ciò serviva semplicemente a far fronte alle spese di gestione pulizia e smaltimento.
Avete mai ricontrollato quanto pagavate prima del 2018 con la Tari? Magari si scopre che c’è stato un bell’aumento, nonostante le bricioline di sconti che ci concedono in bolletta. Ma quante volte sono stati già cambiati i cassonetti adattandoli a sistemi a detta loro più innovativi? Chi li paga questi cambiamenti? E poi… è giusto che il cittadino venga posto nelle condizioni che dopo aver minuziosamente diviso il pattume (meno costi per Hera e più guadagno sempre Hera) non ha modo poi di capire dove, in che modo e se davvero venga tutto riciclato?
E gli inceneritori, dove c’è un continuo lamentarsi della puzza che bruciano h24 che cosa bruciano? Da dove arriva? Però al cittadino basta dirge che siamo arrivati alla percentuale di raccolta X e tutto va bene. Ma possibile poi che per andare a buttare un semplice pattume… abbiamo da portarci dietro tesserine altrimenti non ci è diritto di conferire?
E ci si lamenta del “furbetto” che lascia il pattume vicino ai cassonetti mettendoci gli uni contro gli altri, invece di prendersela a chi fa queste manovre sempre più restrittive? Perchè dobbiamo essere registrati su quando, dove e quante aperture si fanno? E pagare di più se apri una volta di troppo l'indifferenziato o se non fai il minimo di aperture perche sei il vero green (parola che di questi tempi va di moda in certi ambienti) ti vengono pure a dire che nei hai fatte poche e sei segnalato- Ora addirittura… pure il telefono ci si deve portare dietro per buttare l’immondizia? Era davvero necessario per il cittadino? Prossimo passo sarà solo col telefono, visto che vogliono (scritto sul loro sito) che i nostri dati devono arrivare alla base operativa? I dati personali di queste registrazioni dove vanno poi veramente a finire e in mano a chi? Con che finalità? Sarà un guadagno per qualcuno vendere dei dati? Si vogliono adottare più restrizioni? E il consenso informato sulla privacy al cittadino è stato chiesto? È stato bene informato?
Ma davvero la soluzione è spingere i cittadini ad essere monitorati pure per un pattume e a pagare bollette sempre più alte per un servizio che non risolve il problema dei rifiuti, visto che si continua a produrre sempre più roba, più cianfrusaglie, sempre più involucri e contenitori per ogni sorta di prodotto e oramai ne siamo sommersi su ogni negozio/scaffale? Perché non limitare e abbattere la produzione a monte? Perchè, ad esempio, non incentivare il vuoto a rendere e le famose casette dell’acqua pubblica con acqua affinata e più controllata per disincentivare l’acquisto di bottiglie di plastica? Forse la volontà non è poi quella di ridurre i rifiuti, ma semplicemente far girare una macchina che smuove sempre più soldi ai danni delle famiglie che vengono controllate e spremute fino alla disperazione?
E per finire una cosa che mi fa pensare al bastone e la carota… Sulla letterina che Hera/Comune ha inviato ai cittadini, viene scritto che i nuovi cassonetti saranno più comodi perchè potrai chiuderli con un pedale. E pensare che sa sempre i pattumi si aprivano e chiudevano proprio solo con un pedale! Memoria corta a quanto pare...

 

Lettera firmata

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


CITTADELLA VIS MODENA
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