Chi è il vero responsabile dell'insicurezza del punto nascite Pavullo?

Lo chiede con un articolato atto ispettivo al Presidente dell'Unione comuni del Frignano, Leandro Bonucchi, il consigliere d'opposizone a Fanano e nell'Unione Paola Pasquali. 'Tenere aperto il punto si poteva e si può e chi ha responsabilità deve chiarire perché no'


Abbiamo appreso, con rammarico, la notizia che la Commissione Regionale ha decretato la chiusura del Punto Nascite di Pavullo perché insicuro essendo il numero dei parti al disotto dei 500. La stessa sorte che toccherebbe a quelli degli altri due comuni montani: Castelnuovo ne' Monti (Re) e Borgo Val di Taro (Pr). Tuttavia la Regione all' ultimo momento ha preferito deferirne la decisione al Ministero.
Che questa repentina inversione di tendenza sia stata determinata da quelle poche opposizioni locali che, da subito, hanno avuto il coraggio di affiancare e sostenere l' animo combattivo delle donne montanare collaborando per cercare di impedire la chiusura del P.N. difendendo, insieme a loro, con forza, il diritto di essere madri in
sicurezza?
Se il DM 11/11/2015 introduce una nuova deroga rispetto a quella prevista dall' accordo tra Stato e Regioni del 2010 ( di cui Beneficiava Mirandola prima del sisma) consentendo di mantenere aperti quelli ubicati in condizioni orografiche difficili anche quando il numero dei parti fosse stato al di sotto ai 500, perché si continua a rimarcare questa inferioritá numerica come causa di insicurezza dello stesso P.N.con la conseguente, a loro dire, inevitabile chiusura in piena contraddizione con quanto disposto da tale nuova normativa?
Dire che i parti sono notevolmente inferiori ai 500 non può essere addotta come unica motivazione della mancanza delle condizioni degli standard di sicurezza soprattutto considerando il fatto che il sopraccitato
DM del 2015 dispone che qualora il pn sia giudicato insicuro per quanto riguarda le cure e l' assistenza al parto, questo possa essere reso comunque conforme presentando un preciso piano di adeguamento con tutti gli accorgimenti del caso.
Sulla base di tali considerazioni in qualitá di consigliere di opposizione del Comune di Fanano nonché membro del Consiglio dell' Unione dei Comuni del Frignano, ho inviato al presidente dell' Unione Leandro Bonucchi un accesso agli atti urgente affinchè a sua volta richieda alla Regione, non solo la copia della domanda di deroga alla chiusura del P.N. presentata al Ministero della Salute, ma anche la relazione tecnica con la quale la commissione regionale ha espresso parere negativo sulla sicurezza del P.N. di Pavullo e le relative motivazioni, incluse quelle riguardanti l' impossibilità di metterlo in sicurezza (visto il lapidario responso della Commissione) considerando che lo stesso soddisfa già uno dei due requisiti fondamentali previsti dal DM 11/11/2015 vale a dire “LE CONDIZIONI OROGRAFICHE DIFFICILI”.
Ho richiesto altresì copia del piano di adeguamento al protocollo metodologico previsto dalla normativa generale per la valutazione della richiesta di mantenere in attivitá i P.N. con volumi di attivitá inferiori a 500 parti annui sempre che sia stato redatto.
A questo punto mi chiedo: se sono giá alcuni anni che le nascite a Pavullo non superano il numero di 500 e, da come mi risulta, nel frattempo non sono stati apportati I dovuti adeguamenti agli standard di sicurezza a chi sarebbero da attribuire le responsabilità di tale stato ?
Non mi stancherò mai di ribadire che il P.N. di Pavullo sia un “SALVAVITA” per le donne del Frignano, lo testimoniano le quasi 6.000 firme raccolte nel tempo record di 15 gg., ma anche e soprattutto le tante testimonianze dirette di mamme ancora in vita perché salvate nel nostro P.N. insieme ai loro bambini.
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