Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il mio nome è Giancarlo Grisi, vivo a nord di New York da circa 20 anni. Nel mensile dell’Anpi di Modena di marzo è stato pubblicato un articolo su mio padre “Vittorio Grisi, una storia della Resistenza” scritto dall'ex direttore dell’istituto storico di Modena, Claudio Silingardi, con l’onestà che gli riconosco (foto sotto). Purtroppo, dato lo spazio disponibile, la figura storica è solamente accennata.
Questo è il primo e solo articolo dell’Anpi di Modena in 76 anni dedicato a mio padre e nessun quotidiano (a parte La Voce di Carpi del 6 marzo 2014) ha mai nominato Vittorio Grisi sino a oggi. Mi ci sono voluti 8 anni per convincere l’Anpi a restituirgli la dignità storica, politica ed intellettuale che è stata cancellata per puri motivi di convenienza politica.

Vorrei raccontare brevemente, se possibile, la storia di mio padre e le resistenze dell’Anpi collegate ad essa.
La storia
Vittorio Grisi è nato a Mori di Trento il 25 novembre 1895. Rientra in Italia dall’università di Vienna nel febbraio 1915 con il nome di battaglia di Tito Virigosi, in maggio scende a Verona e si arruola nel 5 reggimento Alpini. Come irredentista viene aggregato al battaglione Adige dove conosce Cesare Battisti ed è anche in contatto con Damiano Chiesa.

Partecipa alla Prima Guerra Mondiale, viene ferito 2 volte, la seconda nella sanguinosa battaglia d’Arresto sul Grappa e Piave in Val Cancino. Viene decorato con la medaglia d’argento. Finita la guerra nel 1925 si iscrive al partito fascista. Nel 1923 si trasferisce a Carpi e nel gennaio '38 è inviato in Spagna aggregato al comando. Rientra a novembre 1938 per malattia. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel '41 va in Albania-Grecia.
Nel '42 va in Russia, partecipa alla battaglia di Nikolajewka e rientra facendo 700 chilometri a piedi in febbraio.

L’8 settembre non risponde alla chiamata delle RSI ed entra nella Resistenza. Nel giugno '44 entra nel CNL di Carpi come responsabile del Comando Piazza. Nel gennaio '45 si trasferisce nella zona di montagna a Montese. Trova una situazione caotica, nessuno sa come inquadrare migliaia di uomini, prende in mano la situazione ed in pochi mesi crea una divisione, come riportano gli scritti di Gorrieri-Benedetti-Boccolari.
Il 13 marzo viene nominato Capo di Stato Maggiore della Divisione Partigiana Modena Montagna.
Nel Dopoguerra come rappresentante del comando unico partigiano provinciale, partecipa alle riunioni del CNL provinciale. Entra in attività Anpi e firma documenti come segretario dell’Anpi di Modena.
Presenta anche un suo ordine del giorno per l’impegno dei partigiani nella vita democratica.
Poi come scrive il Singardi nelle sue ricerche illustrate a Carpi nel 2014 ”probabilmente poi emerge il suo passato fascista e cala il silenzio su di lui. C’e anche il problema della sua condizione sociale”.
La ricerca del figlio
Nel 2011 ho cominciato a ricercare la figura storica di Vittorio Grisi e il 6 marzo 2014 ho raccontato la storia (quella che conoscevo, mia madre non mi ha mai detto che Vittorio è stato iscritto al partito fascista ed andato in Spagna, e capisco i motivi). Dopo l’articolo del 2014 mi contattò l’istituto Storico di Modena e il Comune di Carpi e in un dibattito del 9 novembre, emerse che Vittorio era stato iscritto al partito fascista ed andato in Spagna.
Da quel giorno, come nel 1945, il silenzio è caduto su di lui. Nessuno dell’Anpi di Modena mi ha contattato.
Ho contattato l’Anpi di Modena nel maggio 2021 e ho chiesto spiegazioni al direttore di questo comportamento. Nessuna risposta. Ho insistito ed ho ricevuto una piccola scheda che conferma che Grisi è stato un partigiano. Ho scritto quindi al presidente la storia di mio padre e mi è stato risposto che, sì, la storia di mio padre doveva essere conosciuta, ma che egli era dimissionario e dovevo rivolgermi al nuovo presidente. A quel punto ho scritto all’Anpi di Roma, all’attenzione del presidente Pagliarulo a diversi indirizzi, senza risposta chiedendo ancora spiegazioni del comportamento dell’Anpi e per conoscenza al presidente di Modena.
Finalmente all’inizio di marzo ho ricevuto un email da parte di Silingardi: l’Anpi di Modena gli aveva chiesto di scrivere un articolo su mio padre. In pochi mesi Silingardi ha trovato molto del comandante partigiano Grisi, eppure ancora nel 2014 l’Anpi cercava in tutti i modi nascondere la verità. Non potevano ammettere che il principale comandante militare partigiano fosse stato iscritto al partito fascista, andato in Spagna e diventato il primo segretario dell’Anpi di Modena.
Io penso che questa storia meriti di essere conosciuta.
Giancarlo Grisi
Nella foto Vittorio Grisi è il primo a sinistra, al suo fianco Mario Ricci, il noto partigiano Armando
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>