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Gentile direttore, a tre anni dall'inizio della cosiddetta 'emergenza covid' in Italia, con il famoso paziente 1 di Codogno, ho recuperato e riletto numerosi interventi del filosofo Giorgio Agamben. In uno di questi, reperibile sul blog di Quodlibet, Agamben scriveva (11 marzo 2020) di esser colto dal sospetto che, data l'inconsistenza etica dei nostri governanti, le disposizioni senza precedenti di quei primi giorni fossero dettate dalla stessa paura che esse intendevano provocare.
Vorrei invitare chi legge oggi a soffermarsi su quell'espressione: 'inconsistenza etica'. Da allora ad oggi, abbiamo visto e sopportato di tutto: privazione della libertà, stiramento della Costituzione, violenza verbale e psicologica oltre ogni limite tollerabile in un Paese democratico. Abbiamo visto migliaia di anziani morire soli, addirittura senza umana sepoltura.
Abbiamo visto la scienza ridotta a talk show e rissa social, viro star, mentre i telefoni per chi chiedeva aiuto ai medici suonavano a vuoto.
Abbiamo visto ragazzini cui veniva negata la scuola in presenza, la socialità, nella fase più triste ed assurda lo sport. Gli anziani dimenticati, i giovani marginalizzati e bullizzati. Abbiamo sopportato la perdita di persone care, amici, parenti, vite distrutte da un meccanismo che forse intendeva salvarle: un mostro senza etica, per l'appunto, un mostro costruito per difendere un 'bene comune' senza volto né anima.
In questa storia però c'è stato chi era dalla parte giusta e qui ne vorrei ricordare alcuni: Massimo Cacciari, Giorgio Agamben, molti medici come il modenese Giovanardi, i medici e gli attivisti di Ippocrate.org, la rete di professori universitari (tra cui il prof. Barbero) firmatari del manifesto contro il greenpass, gli studenti universitari che hanno portato avanti questa battaglia di civiltà e diritto. Gli altri, i governanti, sono stati solo gente piccola: ai posteri il giudizio.
Matteo Pagliani
Redazione Pressa
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