Crotone non può essere il ping-pong della politica italiana

Dimenticare che è nostro dovere essere giusti è il peggiore dei mali a cui dovremo rispondere


La illuminante presenza del presidente della Repubblica, in silenzio accompagnato dal solo prefetto è una risposta. Nessuno lo ha detto: quel silenzio e quella presenza hanno voluto dire che lo Stato, previsto dalla Costituzione è questo, il Presidente e il prefetto. Gli altri, tutti gli altri, debbono rispondere concretamente svolgendo il loro lavoro. Di più: le forze di polizia chiamate ad operare non rispondono ai ministri o ai partiti, ma al solo dovere per cui sono pagati.
Respingere, non intervenire, amare o no gli immigrati sono verbi che non esistono nel principio di ingaggio.
I morti sono nelle bare, il cordoglio e la pietà la hanno offerta il popolo e i cittadini coscienti, ma ciò che impone la Costituzione non è valutare il passato, più o meno esaltante, ma verificare se oggi qualcuno ha commesso errori a carico di uomini, donne e bambini morti.
La giustizia è questa e non può essere condizionata da interessi terzi: il presidente della Repubblica li ha messi tutti dietro di sé, a monito di chi deve rispondere alla umanità che non può essere contenuta negli interessi di parte. Il fato o il mare non sono colpevoli: non siamo nella Odissea, ma nel presente attivo. Così come è ridicolo il ritornello sulla Europa. E' vero deve fare la sua parte come istituzione sovranazionale, ma stona venga richiamata a gran voce da parte di chi da sempre sputa su di essa, sia come principio che come realtà effettuale.
Addirittura volendola abolire, sostenendo le tesi di chi spende miliardi per erigere fili spinati, muri, aumentare le spese militari assumendo guerrieri con fucili a caccia di bambini malnutriti e segregato in tende prive di servizi. A noi sembra incredibile assistere a questa tragedia senza che nessun signore o signora giornalista in televisione onori la sua professione facendo emergere simili comportamenti.
A noi non interessa la polemica né la contrapposizione fra governo e opposizione, ma la giustizia di uno Stato giusto. E il presidente con il suo gesto ha dato a tutti l'esempio che serve. Non voce solitaria, ma potente e precisa. Occorre andare fino in fondo ritornando ad essere cittadini di un Repubblica che onora i morti perché li salva, li assiste, li aiuta, li inserisce, dà loro lavoro e dignità: cercare rifugio alla disperazione è un diritto. Poi un ministro che non conosce la dignità o un altro che scambia la vita, per una partita a calcio non meritano rispetto anche se per ragioni di bassa politica rimangono al loro posto. Sapere che un giudice giusto dia la pace ai tormenti è salvifico. Ma dimenticare che è nostro dovere essere giusti è il peggiore dei mali a cui dovremo rispondere.
La storia purtroppo è zeppa di delitti a cui rispondiamo coi secoli a venire.
Paolo Cristoni - cittadino italiano
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