Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Egregio Direttore,
da elettrice di un comune medio della provincia seguo sempre con interesse anche la campagna elettorale della città di Modena ben consapevole che la vittoria nel capoluogo ha inevitabili ripercussioni sugli equilibri, sulle scelte e sui ruoli in tutto il territorio provinciale ad esempio in ambito socio-sanitario, energetico o in relazione ai trasporti e a tanti altri aspetti.
Noto che il suo giornale, che seguo con molto interesse, dando conto dell’evolversi della campagna elettorale e dei cinque candidati che attualmente si affacciano alla scena registra in particolare lo svantaggio del candidato di centrodestra che, nonostante il grande impegno profuso quotidianamente, paga il prezzo amaro di ritardi ed equilibri mal gestiti all’interno della coalizione che hanno regalato ulteriore margine di probabile vittoria alla sinistra, che non ne aveva affatto bisogno.
Da decenni infatti la sinistra modenese ha affondato profondamente ed ampiamente le proprie radici innanzitutto in ambito culturale ed a cascata in tutti i rivoli di governo della città e del territorio al punto che verrebbe da chiedersi se si possa ancora parlare di democrazia nel senso più alto, perché il suo sussistere comporterebbe la periodica alternanza tra partiti e corrispondenti idee e valori.
Chi ha seguito in questi anni il consiglio comunale sa bene che il sindaco Muzzarelli ha instancabilmente affermato che la visione dell’amministrazione, quindi della sinistra locale, era l’unica ad essere strategica, volta al futuro e rispondente alle esigenze della città.
Come è dunque possibile che una squadra portatrice di tale “alta” visione prospettica non abbia saputo far crescere al proprio interno un vivaio di nuove leve capace di esprimere un candidato, possibilmente giovane, in grado di raccogliere un testimone così “ricco”? Le vicende le conosciamo, la sostanza è che alla fine il candidato, scelto o imposto che dir si voglia, non ha alcun coinvolgimento attuale con Modena ed è inviato di fatto dal partito, ad occuparsi del governo della città, come un mercenario, forse in vista di ulteriori incarichi ancora più prestigiosi.
In caso di vittoria di Mezzetti, i cittadini modenesi, i loro bisogni ed il loro futuro verrebbero messi effettivamente al centro dell’azione di governo e soprattutto anteposti ad ogni interesse di partito, imposto, come il candidato estraneo, dal livello regionale e nazionale?
Sembra incredibile pensare che i modenesi, dopo ottanta anni di immutato potere, accetteranno sottomessi di avere un sindaco che sarà ospite e non cittadino, che non avrà una conoscenza profonda ed attuale della città, che dovrà obbedire alle medesime logiche che lo avranno portato ad assumere il ruolo di primo cittadino.
Davvero i modenesi andranno alle urne credendo di scegliere liberamente e democraticamente un mercenario alla guida della propria città?
Preferisco credere sia possibile che per la prima volta dopo tanto tempo i modenesi dimostreranno di aprirsi al futuro passando inevitabilmente attraverso una apertura al cambiamento, ad un rinnovamento completo delle logiche di governo, lasciandosi guidare da un giovane modenese che, oltre a spendere in questa campagna elettorale ogni energia, rischia, nel futuro che promette, quello della propria famiglia, della propria impresa e della propria città.
Lettera firmata
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>