Si possono fare delle considerazioni in proposito, alcune delle quali appariranno forse scontate ed altre probabilmente meno. Il tutto, nel tentativo di scorgere “razionalità” in un contesto che ne ha largamente dimostrato l’assenza, dopo lo spettacolo - a dir poco singolare – che i protagonisti di questa “nuova” stagione politica hanno offerto, fatto di minacce, ricatti, veti incrociati, passi di lato, richieste di “impeachment” poi ritirate e chi più ne ha più ne metta. L’uso delle virgolette, in merito alle novità che questa esperienza politica agli albori pretenderebbe di offrire, non è casuale poichéil solo fatto di avere superato la “Prima Repubblica” quanto a tempi di formazione di un Governo, parla da solo.
Così come non sarà sfuggito ai nostri attenti concittadini - già pronti a scendere nelle piazze contro un Presidente della Repubblica che ha dimostrato un cristallino rispetto della Costituzione e del voto popolare, come si è visto con la nascita del Governo Conte – che il comune denominatore dei “Dioscuri della Repubblica” sia stato il caparbio impossessarsi del potere, contro qualsiasi voce – per quanto pacata – che ne mettesse in discussione le qualità politiche ( ancora tutte da dimostrare ) e la continua polemica contro le Istituzioni Europee, fino ad avere esposto irresponsabilmente il nostro Paese alla speculazione dei mercati finanziari.
Sin qui, si potrà obiettare, tutto scontato.
Meno scontata, invece, sarà la gestione del quotidiano per i nuovi politici in questione, che troveranno a Palazzo Chigi dossier scottanti e problemi complessi che certamente richiederanno la competenza dei consulenti dei quali si sono dotati ( quale coerenza, dopo avere ripetuto fino allo sfinimento che di tecnici neanche a parlarne! ) ma anche una buona dose di realismo ed umiltà qualora ci si dovesse rendere conto che alcune delle promesse fatte in campagna elettorale, per semplici ragioni di bilancio, non potranno essere mantenute. Così come molto complessa potrebbe risultare per il Prof.Conte - al quale va tutta la mia umana simpatia, per il coraggio dimostrato – l’attività di un Governo “sotto tutela”, più che della UE dei due potentissimi “vice-Presidenti” che ad ogni occasione utile non mancheranno di far prevalere il proprio indirizzo politico, non esattamente concorde su molti ed oscuri punti qualificanti che il “Contratto per il Cambiamento” non ha nemmeno lontanamente affrontato, come ad esempio le Riforme Istituzionali ( necessarie ed urgenti ) o una riforma della Giustizia - sulla quale non posso che essere generico, non essendo la mia materia - che faccia finalmente prevalere temi fondamentali come la tutela della Famiglia naturale, la messa in discussione del primato 'matriarcale' in questioni di Divorzio e la difesa della vita e della persona, dal concepimento alla morte, oltre ad un orientamento possibilmente più 'garantista' a beneficio dei cittadini.
In questo consiste l’amara previsione fatta – purtroppo anche dal sottoscritto - sin dal giorno successivo alle elezioni, che qualche commentatore – forse per eccessiva fiducia o per semplice miopia politica – oggi bolla come insignificante, quasi non sia stato un merito effettivo e riscontrabile l’aver avanzato – senza preveggenza, ma solo con il buonsenso – delle motivate riserve su una stagione politica che, piaccia o meno, rischia di polarizzarsi su due opposte ed inedite barricate: gli Euro-scettici ( amici di Orban e di Putin ) e gli Europeisti convinti, il cui difetto peggiore continua ad essere la fatica a comprendere esattamente questo passaggio storico che le elezioni del 4 Marzo scorso hanno determinato.
Infine, va portata alla luce – notizia passata quasi sotto silenzio, dalla maggior parte degli operatori della stampa – l’inedita posizione della Chiesa Cattolica, che dopo anni di rassegnazione seguita alla “diaspora” dei Cattolici ha tornato a far sentire con chiarezza, due volte nelle ultime settimane – per bocca del Presidente della CEI, il Cardinale Bassetti – un richiamo all’esperienza dei “Liberi e Forti” di don Sturzo e del Partito Popolare. Credo sia questa – a dispetto delle consuete cronache politiche – la novità più rilevante di questi 88 giorni di crisi Istituzionale, che non sarà ignorata dai Cattolici ai quali il Monsignore si è rivolto. Agli altri, che non mancheranno di sollevare i soliti e sconclusionati argomenti sulle “ingerenze” della Chiesa nella vita politica Italiana, va ricordato che in questo Paese vige – fino a prova contraria – la libertà di pensiero, parola ed espressione e che un preciso richiamo come questo sia prezioso solo per coloro che sono capaci di comprenderne il valore ed i contenuti. Dunque, si lasci la Chiesa al proprio ruolo di guida delle anime anche nel contesto politico e sociale, come purtroppo da tempo non accadeva.
Fosse arrivato prima, questo richiamo, non saremmo arrivati – forse – all’avventurismo politico di oggi…
Al nuovo Governo i migliori auguri, con la speranza di esserne piacevolmente stupiti. Saremo i primi ad applaudirne i successi, con limpidezza ed onestà.