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Caro direttore,
sono un camionista, non abituato a scrivere, quindi anche in virtù della nostra conoscenza, abitiamo dalle stesse parti, chiedo scusa in anticipo per eventuali errori.
Le scrivo per rappresentarle le difficoltà che affronto ogni giorno a causa dell'aumento del costo del carburante. Io come molti miei colleghi autotrasportatori, quando siamo fortunati, abbiamo l'opportunità di rivedere le nostre tariffe, quelle che applichiamo ai clienti che ci chiedono un trasporto, una volta l'anno.
Le oscillazioni del gasolio, purtroppo più al rialzo che al ribasso, le subiamo. Gli ultimi due anni sono stati davvero pesanti e non penso di dire con ciò nulla di nuovo.
Le faccio un esempio: le mie tariffe sono aggiornate al 01.01.23 parametrate ad un costo del gasolio a 1,670 euro al litro; oggi il prezzo è nuovamente vicino a 1,9 euro al litro.
Un aumento di altre il 10% che sarò costretto a sopportare senza avere la possibilità di scaricare su altri i miei costi maggiorati, a differenza invece di chi specula su certe situazioni, come la GDO che al supermercato aumenta quasi quotidianamente i prezzi dei vari generi alimentari (ha mai chiesto a un qualche addetto il perchè degli aumenti? Le risponderà sempre 'la colpa è dei camionisti'! Mi sono persuaso che vengano istruiti ad arte per dire certe scempiaggini).
Ora ho l'impressione che in una fase di tensione per i prezzi dei carburanti, l'obbligo imposto ai gestori di esporre i prezzi medi regionali, anziché favorire la concorrenza al ribasso stia contribuendo ad aumentare i costi che, anche qui come ormai d'abitudine, crescono proporzionalmente all'aumentare degli automobilisti in viaggio (a discapito di noi camionisti che viaggiamo sempre). Insomma francamente a me pare, per dirla alla Fantozzi, una cagata pazzesca.
Il prezzo medio porta i gestori ad allinearsi al rialzo ai prezzi indicati dalle regioni.
In questo contesto, nessuno controlla le speculazioni che da anni interessano i prodotti petroliferi. Nessun risultato concreto per noi oltre le solite chiacchiere. Dalla politica, sia di destra che di sinistra nulla. Delle associazioni di categoria, quelle che dovrebbero rappresentarci non c'è proprio traccia; certo non è una novità; io da anni non pago più alcuna tessera associativa, ritenendo le associazioni lo specchio deformato dei partiti politici. Anche la signora Franchini, sua collaboratrice, mi pare che su questo tema abbia abbassato la voce, forse per non disturbare gli amici politici al Governo.
Insomma solo per dire che come sempre chi deve arrovellarsi per mandare avanti la baracca sono sempre i piccoli imprenditori come me, che tirando la cinghia, facendo attenzione ad ogni minima spesa e per quanto possibile nel dare un servizio migliore dei grandi gruppi, portano comunque avanti una attività, pagando le tasse e assumendo regolarmente.
La ringrazio se vorrà pubblicare quanto scritto. Se riterrà di non farlo la ringrazio lo stesso, la mia stima nei suoi confronti rimane immutata.
Saluti
L.C.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>