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E’ tutto un gran parlare di migranti economici, di cooperazione e di ius soli ma io non ho ancora ben capito quali sono state le strategie della cooperazione internazionale in questi decenni.
Il fossatum afrecae, che non è una parolaccia, fu scoperto da una indagine archeologica aerea che ha permesso di capire come mai il Nord Africa fosse il granaio dell’Impero al tempo degli antichi romani. Non è che in questi 2000 anni il clima abbia stravolto le aree del mediterraneo e dell’Africa, sono le azioni dell’uomo che hanno desertificato i terreni. Gli antichi Romani avevano studiato un sistema di fossati e di muri (750 km) e tenevano sotto controllo la pastorizia e i nomadi ed in più riuscivano a controllare le acque, conservandole, e deviandole dove necessitavano.
Ai tempi del Colonnello Gheddafi, vicino a Sirte, in collaborazione con gli italiani, fu creata una fattoria modello dove riuscivano a fare anche 10 tagli di erba medica in un anno e le mucche avevano stalle all'avanguardia con anche gli spruzzini di acqua nebulizzata. Nella fattoria avevano pure costruito un caseificio che produceva formaggi a pasta tenera.
Aiutiamoli a casa loro, ma come? Dove sono i progetti? Chi li ha controllati? Chi li verifica? Non è che fino ad oggi l’Europa nulla ha fatto, solo Modena finanzia progetti in quasi 30 paesi diversi… ma i risultati? Quello che si vede, che vendiamo sono, bombe vendute all’Arabia Saudita che poi sgancia sullo Yemen o operazioni di pace con l’uso delle armi con la scusa di portare democrazie in Stati coma la Libia o la Siria che erano già un grande passo avanti sulla conduzione laica dello Stato.
Dobbiamo pur dircelo che queste azioni non hanno nulla di democratico ne di pace ma hanno una motivazione economica molto legata a interessi di pochi.
Quindi io mi chiedo , perché non si cerca di prendere spunto su quanto fu fatto e ricreare le condizioni per una agricoltura sostenibile collegata anche con l’allevamento?
Le testimonianze sul fossatum Africae sono conservate nell’Istitute Geografique National a Parigi, quindi se volessimo partire con qualcosa di concreto, semmai istruendo i giovani migranti economici già sul ns territorio, coinvolgendo le università e i Governi Africani, di esperienze ne sono già state fatte con ottimi risultati solo usando l’intelligenza e il buon senso.
Emanuela Soncini