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Vacca boia, Paolo Fresu ai Giardini Ducali e gratis. Dai sbrigati, dico a mia moglie, che andiamo a sentirlo, che già lei non mi sopporta col mio jazz a casa e mi dice di abbassare il volume anche quando è spento.
Vabbè, i Giardini son vicini e arriviamo alle 20,30. Can, si poteva entrare anche alle 19,30 ma non prima.
Facciamo la fila che se anche ci son poche sedie, vuoi che non ce ne siano due per due vecchietti?
Stiamo in fila un trenta minuti circa, ma sedie niente, tutte irrimediabilmente occupate, tutte e cento occupate.
Dopo esserci sorbiti le lamentele ad alta voce della solita rompiballe che contava balle per passare davanti, decidiamo di andare dietro le transenne.
Oddio transenne, almeno mi ci potevo appoggiare, erano dei corrimani quelli delle banche che servono per la fila in banca appunto.
Quando mai le banche hanno avuto le transenne? Sedersi per terra era dura, per via della ghiaia, l'erba delle aiuole non le puoi calpestare, e stare in piedi appoggiato al corrimano, si rischiava di cadere. Per cui stiamo in piedi e ascoltiamo la storia, bella, del paesino in Sardegna dove fanno il festival del jazz che ci è andato anche Bollani e Ornette Coleman, e ci voglio andare anche io, ma non ci sono sedie,
Finito di raccontare la storia che ci han fatto anche un libro, che un editore barbuto sta vendendo fuori dalle transenne, visto che siamo in trecento fuori e cento dentro, cominciano a suonare che son più delle dieci.
Una bella e brava ballerina danza al suono della tromba di Fresu, e poi un bravo chitarrista fa un duo sempre con la tromba di Fresu.
Bravi, quasi quasi mi siedo sull'aiuola che mi son stancato di stare in piedi. Boia d'un mond leder, era già piena di sedie. Veh mo' che furbo che sono a non averci pensato prima.
Non saluto un consigliere comunale sardo seduto là davanti tra i VIP, che poi non pensi che voglia una sedia, anzi due, e saluto invece il mio amico Roberto, che sembra Serio, ma un secondo soltanto, che sta lavorando e non voglio disturbare. Stavo pensando di appoggiarmi a un buttafuori che ce n'erano non so quanti, ma non volevo disturbare neanche loro.
Comunque, alla fine della fiera, andiamo a casa che non è cosa (stare troppo in piedi).
Au revoir mon jardin ducale, au revoir Bper con pochi scranni.
Giuseppe Metrangolo
Redazione Pressa
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