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Gentile Direttore,
la situazione della CRA “Ramazzini” da un certo tempo è all’attenzione della cronaca. E per chi non lo sapesse questa, è una struttura assistenziale nella quale sono ancora presenti disservizi, piccoli e grandi disagi e di tanto altro “fuori posto” che non sono proprio consoni per tipo di residenza.
Fatto sta che ciò ha portato alla luce ed all’evidenza pubblica lo stato di degrado fisico in cui versa l’edificio storico, sede della struttura socio-sanitaria. Struttura che necessita non solo di una totale e risolutiva opera manuntentiva, da realizzare sulla base di un progetto di riqualificazione. Di fatto si è squarciato il velo finto “- del tutto va bene - sulla gestione del servizio espletato dalla cooperativa nella residenza di assistenza” che pare non sia proprio impeccabile.
Al punto da chiamare direttamente in causa anche l’amministrazione, per la scarsa vigilanza esercitata a tal punto che il Ramazzini è andato sempre più a pezzi, per via dei pochi interventi ed anche dei ritardi con i quali sono stati effettuati.
L’Amministrazione Comunale per tacitare il clamore sempre più ridondante, resasi conto che aveva troppo trascurato gli interventi richiesti, ha rimediato con una pronta deliberazione sia per realizzare i lavori più urgenti, come la sistemazione del tetto, rifacimento della pavimentazione, (ma questa pare che sia stata eseguita non a regola d’arte) che altri piccoli ritocchi, come il riordino delle balconate e la tinteggiatura dell’edificio.
Anche tutta la parte a verde sarebbe da sistemare, è molto concreta l’influenza positiva sulla salute e sul benessere psico-fisico in generale che produce la presenza di un giardino , florido di fiori e belle piante, (ma nessun intervento potrà riformare le fronde agli alberi capitozzati di recente) .
Questi ultimi lavori, (che non hanno risolto del tutto le problematiche di diverso genere in seno alla struttura), è innegabile che siano serviti per il miglioramento dello stato manutentivo generale e di conseguenza anche del vivere quotidiano degli ospiti.
Ma pare di capire che ci siano anche altri problemi, quali la verifica dell’applicazione delle normative regionali in materia di servizi sanitari assistiti sino alle idoneità delle cooperative gerenti delle CSA.
Resta in ogni caso da accertare il perché della disattenzione dell’Amministrazione e la sua responsabilità nel mantenere salubre ed in buono stato l’edificio. Le infiltrazioni d’acqua piovana del tetto e i cedimenti di un’ala della struttura che presentava, sono situazioni che non si materializzano in pochi giorni o mesi, ma in anni. Ed è il ritardo nell’intervenire mettendoci una pezza sollecitato dalla paura di un eco negativo, ne ha evidenziato i limiti.
Al punto da chiedersi se quanto avviene al Ramazzini, è un caso isolato, oppure no? Chissà che aria tira dentro e fuori delle altre Case e Residenze socio – assitenziali e protette modenesi?
Una visita a sorpresa per verificare lo stato di “salute” sarebbe un atto dovuto da parte dei nostri rappresentanti democraticamente eletti.
Inoltre non si capisce perché non si tratta in consiglio comunale l’interrogazione sullo stato del Ramazzini depositata da settimane.
Il caso del Ramazzini non è un caso qualunque. Qua non si tratta della manutenzione ordinaria di una aiuola, qua entra in gioco la “casa comune” di “persone non più autosufficenti “, che li rende ancora più vulnerabili, più fragili e indifesi e perciò quali soggetti da super tutelare che hanno la priorità su qualsiasi altra bagatella !
Si tratta della loro salute, del verificare se e come garantita loro qualità di vita, ovvero se la struttura che li ospita è un’ambiente confortevole, sano e idoneo alle loro esigenze e soprattutto sicuro, compreso l’assenza di qualsivoglia barriera architettonica che possa recare loro anche il minimo pericolo.
Si tratta in sintesi di capire cosa non ha funzionato o non funziona nel rapporto tra Amministrazione e-cooperativa sociale al fine di accertare eventuali responsabiltà nella gestione della struttura anche dal punto di vista della gestione socio-sanitario.
Su tali argomenti infine si ha la certezza che non corretto aspettare “tempi tecnici” estremamente dilatati per essere preso in esame dal Consiglio comunale, quando troppo spesso in quel consesso si assiste a plateali teatrini dilungandosi oltre ogni limite in discussioni sui massimi sistemi.
Una “casa comune” per eccellenza come il Ramazzini deve obbligatoriamente occupare sempre il podio pìù alto di qualsiasi altro argomento per ogni forza politica.
Franca Giordano