Finché le concessioni ai cavatori riguarderanno tratti esigui dove poter estrarre materiale fino a 15 metri di profondità il problema del corso di fiumi e torrenti non si risolve, e il pericolo di esondazioni ed erosioni continuerà se non si ripristinano gli alvei: servono incentivi economici e grandi opere, atti al recupero superficiale in eccesso dei materiali lapidei . I no cave svolgono una funzione di controllo che va dal controllo delle concessioni, dalla loro entità in previsione di opere e dal ripristino dell'ecosistema una volta esaurita la cava, disposizioni già ampliamente previste dalle normative nazionali e regionali, fino a spingersi nella valutazione sull'idoneità degli introiti comunali derivanti dalle concessioni stesse e all'effettivo escavo previsto dal piano.
Ma mancano i tecnici ed esperti in geologia e idraulica che valutino la funzionalità dei corsi d'acqua in condizioni di piena ed eventi straordinari, la capacità di smaltimento e trascinamento a valle delle sabbie, la portata del bacino e i tempi di deflusso in caso di piena. Finora si sono viste solo sporadiche opere in presenza di ponti e attraversamenti o per rinforzo sponde prossime a percorsi stradali, nonché abbattimento di piante e arbusti nell'alveo di alcuni corsi d'acqua a carattere torrentizio. Massimo Guerrini
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